Dove andremo in vacanza nel 2050
Viaggiare ha sempre appassionato le persone in tutte le epoche, e abbiamo ragione di pensare che continuerà a farlo nei prossimi secoli. Ma non è detto che le mete saranno sempre le stesse, e già nel futuro prossimo queste potranno essere diverse da quelle di oggi.
I cambiamenti climatici potrebbero rendere meno fruibili alcuni luoghi oggi molto popolari, così come la crescita della popolazione e altri fattori economici potrebbero giocare un ruolo importante. Ecco perciò alcune mete che, secondo il sito Inverse, potrebbero diventare molto popolari nel 2050, quando oggi sono solo destinazioni di nicchia.
Qualora la California dovesse procedere verso la desertificazione e la siccità, potrebbe non essere più la meta prediletta del turismo vinicolo dell’America Settentrionale. Questo potrebbe lasciare spazio a nuove possibilità, come il New England, che nel 2050 dovrebbe avere un clima temperato adatto a produrre buoni vini. Nello specifico il Vermont, uno stato già oggi popolare per il turismo invernale, potrebbe diventare la meta prediletta per gli amanti del vino negli Stati Uniti.
Las Vegas è oggi l’indiscussa capitale mondiale del gioco d’azzardo, ma essa si trova in mezzo al deserto del Nevada, e se le temperature dovessero continuare ad alzarsi frequentare questa città potrebbe diventare poco praticabile per molti che, per questo, potrebbero cercare un’alternativa anche nel continente americano, oltre a Monaco e Macao.
Una possibilità concreta potrebbe essere Montevideo, capitale dell’Uruguay. Questo paese ha infatti una politica molto permissiva in termini di droghe leggere, si affaccia sul mare, è una città grande ma non una megalopoli, proprio di dimensioni simili alle attuali maggiori città del gioco d’azzardo: il luogo ideale per trasformare i palazzi, anche antichi, situati sul lungomare in prestigiosi casinò.
Fino ad ora la parte Est dell’isola di Timor, da alcuni anni indipendente, è stata nota più per gli scontri, le guerre civili e i disordini politici, e poco si è parlato della sua bellezza. Diversamente da molte isole della vicina Oceania e del vicino Oceano Indiano, non rischia però di essere pian piano cancellata dall’alzarsi della marea dal momento che è generalmente sviluppata in altezza rispetto al livello del mare. Per questo, potrebbe trasformarsi nel luogo ideale per insediarvi numerosi resort.
Il Venezuela è oggi al centro di turbolenti scontri e ha come principale fonte di guadagno la vendita di petrolio. Tuttavia, se gradualmente il prezioso idrocarburo dovesse essere abbandonato, a Caracas si dovrebbe trovare un sistema alternativo per sostenere l’economia. Tuttavia, il Venezuela è uno stato con luoghi bellissimi, come ad esempio il monte Roraima. Aprire zone come questa al turismo di massa e alle grandi compagnie turistiche potrebbe essere un importante fonte di guadagni per il paese sudamericano.
I cambiamenti climatici potrebbero creare non pochi problemi alla Scozia, che potrebbe trovarsi a fronteggiare uragani che metterebbero in seria difficoltà la zona. Tuttavia, per portare avanti una tradizione antica e ben radicata nel territorio come quella del whisky, potrebbero essere realizzate delle cupole di vetro che ne preservino le condizioni meteorologiche ottimali, divenendo un’attrazione sia dal punto di vista del turismo enogastronomico che architettonico.
Con il possibile aumento del livello del mare e degli oceani non sappiamo cosa potrebbe succedere all’ecosistema marino. Per questa ragione, il Messico, ha deciso di proibire la pesca in vaste aree del mare di Cortez per preservare l’ecosistema marino. La posizione di questo mare, a un’ora d’aereo da Los Angeles, potrebbe favorire notevolmente il turismo.