L’universo secondo Elon Musk: ecco chi è e come immagina il futuro l’uomo più ricco del mondo
È geniale, trasforma in oro (quasi) tutto quello che tocca e vuole risolvere i grandi problemi dell’umanità. Ma è anche un giocatore incallito dietro cui si cela il caro vecchio capitalismo
Nel dicembre del 2021 Grimes, la cantante e musicista canadese a cavallo tra pop e musica elettronica, ha pubblicato il video ufficiale del suo nuovo singolo, dal titolo Player of Games. Nel video, le sonorità stralunate della canzone fanno da sfondo a uno scenario da film fantasy: Grimes passa quasi sette minuti in compagnia di un cavaliere dalla scintillante armatura, sfidandolo prima a scacchi, poi in un duello con spade laser, poi ai videogiochi, e finalmente in uno scontro all’arma bianca, che si conclude con la cantante trafitta al cuore dal cavaliere. Il testo del brano racconta una storia d’amore infelice con un giocatore che mette la sete di avventura prima di tutto: «Amo il giocatore più grande di tutti, ma lui amerà sempre il gioco più di me. Vola via, nella fredda distesa dello spazio». Una canzonetta senza troppe pretese, se non fosse per un dettaglio: fino a pochi mesi fa, Grimes era la partner di Elon Musk, il fondatore di SpaceX, nonché amministratore delegato di Tesla, e creatore o co-creatore di PayPal, SolarCity, Neuralink, The Boring Company e OpenAI, e probabile futuro proprietario di Twitter. È inevitabile pensare che il Player of Games – il giocatore pronto a partire per lo spazio profondo – sia Elon Musk.
C’è una tensione profonda alla radice della persona, o del personaggio, di Musk. Da un lato, si tratta dell’uomo più ricco del mondo, di un portento del software, dell’ingegneria e della finanza che a 50 anni ha accumulato un patrimonio di 200 miliardi di dollari creando cose tangibili – razzi, satelliti, auto elettriche, pannelli solari, tunnel – in un’epoca in cui la maggior parte dei multimiliardari americani si sono arricchiti a furia di app, pubblicità online, e facendo indigestione dei dati personali dei navigatori della rete. È un imprenditore visionario che, a quanto dice, vuole risolvere i grandi problemi dell’umanità, dal cambiamento climatico ai rischi dell’intelligenza artificiale, fino, con The Boring Company, al più banale traffico. Dall’altro, c’è qualcosa di radicalmente poco serio, postmoderno, eternamente ironico e ludico attorno a Musk. Il suo amore per i giochi è famigerato: le interviste in cui racconta di aver iniziato la sua carriera nel tech a soli 12 anni, creando (e vendendo per 500 dollari) un videogioco a tema spaziale si sprecano, così come si sprecano i suoi tweet e le dichiarazioni su come sia appassionato di blockbuster videoludici, da Elden Ring a Cyberpunk 2077, a Skyrim. Nella sua iconica apparizione da presentatore dello show televisivo comico Saturday Night Live, nel maggio 2021, uno sketch prevedeva Musk e Grimes vestiti come personaggi di Super Mario.
Nel suo libro biografico su Musk del 2015, l’autore Ashlee Vance spiega come, dopo aver venduto la sua prima startup Zip2, il miliardario si sentisse «come un personaggio dei suoi adorati videogiochi, che era salito di livello. Aveva risolto la Silicon Valley». L’idea che Musk prenda la vita come un videogame, come un grande gioco in cui le regole si possono ignorare, piegare, o hackerare con i trucchi giusti, non è campata per aria. Dopotutto, Musk si è detto più volte convinto che la nostra realtà è probabilmente una simulazione à-la Matrix, e il confine tra simulazione e videogame è labile. (Non a caso, nel 2014, il Washington Post pubblicò un’intervista con il cugino di Musk, Lyndon Rive, in cui quest’ultimo lo paragonava esplicitamente a Neo, il protagonista-hacker del film del 1999: «Elon è Neo: vede gli zero e gli uno. Ha una maniera di guardare il mondo diversa».) Ma questa forma mentis emerge più prosaicamente in alcuni dei fatti più controversi di cui Musk è stato protagonista negli ultimi anni: come il suo uso strategico di Twitter per far salire il prezzo delle azioni di Tesla o quello delle criptovalute Bitcoin e DogeCoin, o ancora il suo sostegno nel gennaio 2021 alla frenesia attorno alla catena di negozi di videogiochi GameStop – un episodio di mania collettiva in cui milioni di piccoli investitori hanno comprato azioni di GameStop sulla app di trading Robinhood in un gesto di trollaggio finanziario. Voi e le autorità finanziarie, la chiamate manipolazione del mercato, Musk probabilmente la chiama “playing the game”: il premio sono i miliardi, la soddisfazione di spiazzare e confondere giornalisti e analisti finanziari, e la popolarità presso vaste fette della popolazione mondiale (nessun fantastiliardario in tempi recenti può vantarsi di aver guadagnato un seguito cult come quello ottenuto da Musk). O, forse, il premio è la capacità di attrarre l’attenzione dell’umanità, per poi incanalarla verso i suoi obiettivi più ambiziosi e nobili. A che gioco gioca Musk? Qual è il suo End Game?
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