Down informatico in tutto il mondo, vacanze a rischio? L’allarme dell’esperto: “Potrebbero volerci giorni”
Down informatico in tutto il mondo, vacanze a rischio?
Il down informatico che sta mettendo in ginocchio tutto il mondo arriva nel momento peggiore: milioni di persone, infatti, sono in procinto di partire per le vacanze estive proprio mentre gli aeroporti sono letteralmente in tilt.
Ma quanto dureranno i disservizi? E che cosa rischia chi deve partire nei prossimi giorni? Difficile prevederlo al momento. La società responsabile del down, la Crowdstrike, ha fatto sapere che il problema è stato individuato e risolto.
“Crowdstrike sta lavorando attivamente con i clienti interessati da un difetto riscontrato in un singolo aggiornamento dei contenuti per gli host Windows. Gli host Mac e Linux non sono interessati. Rimandiamo i clienti al portale di supporto per gli ultimi aggiornamenti e continueremo a fornire aggiornamenti completi e continui sul nostro sito web. Raccomandiamo inoltre alle organizzazioni di assicurarsi di comunicare con i rappresentanti di Crowdstrike attraverso canali ufficiali. Il nostro team è completamente mobilitato per garantire la sicurezza e la stabilità dei clienti Crowdstrike” ha dichiarato il ceo di Crowstrike, George Kurtz.
Il problema è che, secondo l’esperto, potrebbero volerci giorni prima che la situazione ritorni alla normalità. Interpellato dall’Ansa, infatti, Pierluigi Paganini, professore di Cybersecurity presso l’Università Luiss Guido Carli, ha affermato: “Per ripristinare i computer coinvolti dal guasto informatico dovuto ad un aggiornamento del software CrowdStrike potrebbero volerci dei giorni, non è una situazione che si risolve in poche ore”.
“CrowdStrike ha fornito una soluzione manuale temporanea che consente di disabilitare un file particolare – aggiunge l’esperto – il personale dovrà andare fisicamente su alcune macchine e la soluzione può essere più o meno complessa a seconda di quante macchine possiede un’azienda, si pensi ad un aeroporto o ad un ospedale dove l’intervento manuale va fatto su centinaia di macchine. Inoltre, sui pc cifrati le operazioni di ripristino potrebbero richiedere più tempo”.
Secondo Paganini si tratta di una “soluzione tampone in attesa di un aggironamento automatico da remoto, che però prevede ci sia stato prima lo sblocco manuale”.