Che fine fanno i dati degli utenti che giocano a Vinci Salvini
“Come funziona? Fa più punti chi mette più velocemente ‘Mi piace’ ai miei post su Facebook e, da quest’anno, anche su TWITTER e INSTAGRAM”, dice il ministro dell’Interno in persona in un sfido di due minuti scarsi in cui Salvini si presenta con una cartella da presentatore e annuncia la nuova edizione del gioco.
Che cosa vince il pollice più veloce del web lo dice lo stesso vicepremier leghista: “Ogni giorno la tua foto diffusa sui miei canali social a 6 milioni di amici, una telefonata con me e, ogni settimana, un caffè di persona (pensa che fortuna!)”.
Nello stesso messaggio, Salvini invita gli aspiranti vincitori a iscriversi sul sito. Ma che fine fanno i dati degli utenti che decidono di partecipare al giochetto del vicepremier? La situazione è cambiata rispetto alla prima edizione. Entra in gioco il Regolamento generale per la protezione dei dati, che pretende che i titolari del trattamento di dati spieghino meticolosamente come useranno le informazioni cedute dagli utenti.
Il privacy disclaimer che compare sul sito di Vinci Salvini spiega che nome, cognome, numero di cellulare e account dei vari social “saranno conservati per il periodo di tempo necessario per il conseguimento delle finalità per le quali sono raccolti e trattati e, in ogni caso, non oltre il 31 maggio 2020”.
Nell’informativa sulla privacy del sito si legge che i dati verranno trattati “nell’elaborazione di statistiche per promuovere lo sviluppo e le attività del Movimento”. Dettaglio da non sottovalutare, questo, visto che è proprio tramite questo sistema che partiti e movimenti sono cresciuti negli ultimi anni.
Come si legge in un approfondimento di Raffaele Angius su Agi, nella nuova edizione di Vinci Salvini l’utente viene informato che sarà possibile accumulare più punti utilizzando tutti e tre i social principali (Facebook, Instagram, Twitter) e in questo modo i dati potrebbero servire al team di Salvini Premier per fornire informazioni relative ai supporter del “Capitano”.
Certo, al 10 maggio i partecipanti sfiorano i 6.500 – è presto per parlare di big data, quindi – ma sembra che Vinci Salvini stia raccogliendo informazioni anche degli utenti che si collegano al sito ma senza creare un profilo.
Sulla pagina, scrive Angius, risultano cinque cookies, ma di questi soltanto uno è necessario per il funzionamento del servizio. E gli altri? Gli altri servirebbero a raccogliere informazioni statistiche da parte di Google Analytics.
Secondo la normativa entrata in vigore, però, questa tipologia di traccianti “deve essere autorizzata espressamente e con un gesto positivo da parte dell’utente” come ha confermato l’avvocato esperto di diritti digitali Giovanni Battista Gallus.
Un sito conforme al Regolamento chiede il consenso delle informazioni all’utente, cosa che non avviene sul sito Vinci Salvini. Nell’informativa sui cookies del concorso si precisa la possibilità per l’utente di rifiutare “di usare i cookies selezionando l’impostazione appropriata sul vostro browser, ma ciò potrebbe impedirvi di utilizzare tutte le funzionalità di questo sito web. Utilizzando il presente sito web, voi acconsentite al trattamento dei Vostri dati da parte di Google per le modalità e i fini sopraindicati”.
Dunque, sul sito di Vinci Salvini l’utente non è chiamato a dare il suo consenso in modo esplicito.
L’iniziativa salviniana probabilmente non ha riscosso il successo sperato dallo staff del ministro dell’Interno. Basti pensare che su Twitter, l’hashtag #VinciSalvini è diventato subito virale, ma retweet e commenti dimostrano come la maggior parte degli utenti sui social abbia risposto con sarcasmo al giochetto lanciato da Salvini.