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La trovata di Apple per fare selfie di gruppo rispettando le distanze sociali

Immagine di copertina
Apple deposita un brevetto per fare selfie di gruppo da lontano (Credit: Pixabay)

La trovata di Apple per fare selfie di gruppo rispettando le distanze sociali

Apple ha appena depositato un brevetto per un software che permetterebbe di scattare seflie di gruppo ma senza violare il distanziamento sociale imposto dal protocollo per il contenimento dell’emergenza di Coronavirus. L’ennesima trovata geniale dell’azienda che, nonostante i cambiamenti sociale che il Covid ha portato e porterà nelle nostre viste, re-inventa il selfie tra amici, per avere sempre una foto da postare su Instagram, anche mantenendo le distanze di sicurezza.

 

Il processo per il “selfie di gruppo distanziato” dovrebbe essere più o meno questo: un utente di un dispositivo Apple (non è chiaro se la funzione sarebbe disponibile solo su iPad, iPhone o entrambi) invia altri utenti Apple a partecipare al selfie. Una volta accettata la partecipazione il software organizzerebbe insieme i vari utenti in un’unica immagine. Il selfie può includere foto, immagini video memorizzate o immagini live in streaming. Gli utenti possono mantenere il selfie originale così come la versione del gruppo, e l’utente originale e i destinatari dell’immagine di gruppo potrebbero modificare il selfie a loro piacimento, per esempio, posizionandosi nel gruppo come vogliono.

Un’idea perfetta in un momento come questo di pandemia globale dove gli incontri ravvicinati sono impossibilitati. Peccato che Apple abbia depositato il brevetto per la prima volta nel 2018 e gli sia stato autorizzato solo il 2 giugno scorso. Naturalmente, come sempre accade per i brevetti, valgono le avvertenze standard: non c’è alcuna indicazione su quando o come Apple potrebbe decidere di utilizzare il software, o se il selci di gruppo distanziato diventerà mai realtà.

Leggi anche: 1. Facebook, ecco come eliminare velocemente i post imbarazzanti/ 2. Sono più istruiti gli utenti di Facebook o di Instragram? La risposta in uno studio

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