Il reddito di cittadinanza è, da un lato, una misura di sostegno al reddito e, dall’altro, uno strumento di politica attiva del lavoro: ne hanno diritto i disoccupati che non superano una certa soglia di reddito. Il beneficiario riceve mensilmente una somma di denaro di importo variabile (fino a un massimo di 780 euro) e al contempo deve frequentare corsi di formazione, iscriversi ai centri per l’impiego e svolgere attività di utilità sociale.
Il reddito di cittadinanza è stato introdotto a partire da aprile 2019 dal Governo Conte 1, sostenuto da M5S e Lega. Il Governo Conte 2, sostenuto da M5S e Pd, lo ha confermato per il 2020.
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Il reddito di cittadinanza è andato finora a circa un milione di nuclei famigliari per una spesa complessiva pari a circa 4,8 miliardi di euro e un risparmio di circa un miliardo di euro rispetto alle somme che erano state stanziate. I dati sono stati forniti dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.
In particolare, al 31 ottobre all’Inps risultano accolte 900.283 domande di Reddito di cittadinanza e 120.327 di Pensione di cittadinanza, per un totale quindi di 1.020.610 nuclei familiari che ne beneficiano. A fronte di 1.555.588 richieste nel complesso presentate.
Di seguito i requisiti necessari per poter accedere al reddito di cittadinanza.
– Essere maggiorenne.
– Essere cittadino italiano o europeo o avere il permesso di soggiorno o la protezione umanitaria.
– Essere disoccupato (ma non a seguito di dimissioni volontarie avvenute nei dodici mesi precedenti, fatte salve le dimissioni per giusta causa).
– Valore ISEE inferiore a 9.360 euro.
– Valore del patrimonio immobiliare non superiore a 30mila euro (esclusa la casa di abitazione).
– Valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6mila euro per il single, incrementato in base al numero dei componenti della famiglia, alla presenza di più figli o di componenti con disabilità.
– Valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (vedi tabella sotto).
Il contributo economico che viene erogato sotto forma di reddito di cittadinanza va da un minimo di 480 euro a un massimo di 9.360 euro all’anno per singolo individuo (16.560 euro annui per famiglie numerose).
La somma a cui si ha diritto si compone di due parti:
– la prima è un’integrazione del reddito familiare fino alla soglia di euro 6.000 annui moltiplicata per parametro della scala di equivalenza;
– la seconda è un contributo al canone d’affitto o alla rata del mutuo: per chi è in affitto è pari all’ammontare del canone annuo previsto nel contratto in locazione (fino ad un massimo di euro 3.360 annui); per chi abita in una casa di proprietà è pari alla rata mensile del mutuo e fino ad un massimo di 1.800 euro annui.
Per avere diritto al reddito di cittadinanza il beneficiario deve firmare il Patto per il Lavoro e il Patto per l’inclusione sociale
Il Patto per il Lavoro è un “percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo”: in sostanza bisogna iscriversi al Centro per l’impiego, frequentare corsi di formazione o riqualificazione professionale ed è obbligatorio accettare almeno una di tre offerte di lavoro congrue (una in caso di rinnovo).
Il Patto per l’inclusione sociale è un “percorso di attivazione sociale e lavorativa predisposto dai servizi sociali del Comune”. Il patto riguarda l’intero nucleo familiare e prevede specifici impegni da parte della famiglia e supporti da parte dei servizi territoriali, che vengono individuati sulla base di una valutazione che tiene conto delle difficoltà, dei bisogni e delle potenzialità dei suoi componenti.