La regione Emilia Romagna sarà chiamata al voto per eleggere il nuovo governatore e rinnovare il Consiglio regionale domenica 26 gennaio 2020. Le elezioni si sarebbero dovute tenere alla fine del 2019, ma sono state rimandate all’inizio del 2020 per permettere l’approvazione della legge di bilancio, evitando così l’esercizio provvisorio. Si tratta di elezioni particolarmente importanti, dal momento che sono un banco di prova fondamentale per tastare il polso dell’elettorato, a pochi mesi dalle elezioni in Umbria, che hanno sancito la vittoria schiacciante della Lega. Il Pd punta tutto sulla rielezione del governatore uscente, Stefano Bonaccini, che gode di un buon gradimento da parte dei cittadini emiliani. La Lega schiererà Lucia Borgonzoni, senatrice molto vicina a Matteo Salvini.
Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 di domenica 26 gennaio 2020. Nella stessa giornata si terranno anche le elezioni regionali in Calabria. Alla chiusura delle urne ci saranno gli exit poll, e a seguire lo spoglio dei voti. Sarà possibile conoscere il vincitore già nella tarda serata di domenica 26 gennaio.
I due sfidanti principali sono il governatore uscente, Stefano Bonaccini, candidato del Partito democratico e Lucia Borgonzoni, senatrice della Lega, candidata del centrodestra unito. A differenza delle elezioni in Umbria, dove era stato fatto l’esperimento di un candidato civico comune di Pd e M5s, con buona probabilità non verrà fatto un accordo simile anche in Emilia Romagna. Tra gli altri candidati annunciati finora ci sono Marta Collot, candidata 26enne di Potere al popolo, e Stefano Lugli, segretario regionale di Rifondazione comunista, candidato per la lista L’Altra Emilia. Romagna.
Non tutti i sondaggi sono concordi nelle percentuali di consenso dei candidati. Secondo il sondaggio di Winpoll, pubblicato dal Sole24Ore, il candidato Pd Stefano Bonaccini si aggira intorno al 50 per cento, mentre la leghista Lucia Borgonzoni è data al 42 per cento. Un eventuale candidato del M5s prenderebbe invece il 6,2 per cento. Se invece Pd e M5s decidessero di correre insieme, il candidato di centrosinistra potrebbe attestarsi intorno al 56,2 per cento. In ogni caso, la partita è molto incerta. Secondo l’istituto Cattaneo, le grandi città con Bologna al centro, sono “rosse”, mentre la Lega, e in generale il centrodestra aumentano il loro consenso nei comuni più piccoli.
Il sondaggio Mg Research mostra invece un quadro molto diverso: Lucia Borgonzoni oscillerebbe tra il 44 e il 48 per cento, mentre il governatore Bonaccini avrebbe tra il 42 e il 46 dei consensi.
La legge elettorale in vigore per le regionali in Emilia Romagna risale al 23 luglio 2014, si tratta dunque delle seconde elezioni in cui viene utilizzata, dopo quelle del novembre 2014. Il sistema elettorale prevede l’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale e dei 50 consiglieri che compongono il Consiglio regionale. Viene eletto governatore il candidato che ottiene la maggioranza semplice dei voti, ovvero anche solo un voto in più degli avversari. Si vota in un unico turno, non è dunque previsto il ballottaggio. Il candidato che ottiene la maggioranza dei voti ha diritto a un premio di maggioranza in Consiglio di almeno 27 seggi, distribuiti tra le varie liste che lo hanno appoggiato. I consiglieri regionali vengono invece eletti con un sistema misto: 40 con sistema proporzionale sulla base di liste circoscrizionali provinciali, con recupero dei voti residui in un collegio unico regionale. Altri 9 sono eletti con sistema maggioritario. Il 50esimo seggio è assegnato di diritto al candidato presidente arrivato secondo. È prevista una soglia di sbarramento al 3 per cento: le liste circoscrizionali che a livello regionale non hanno superato tale soglia, e non collegate a un candidato che abbia ottenuto almeno il 5 per cento dei voti, non accedono al riparto dei seggi.