Vuelta 2019, nona tappa: nel Principato è nata una stella, Tadej Pogacar vince la frazione
Tanto rumore per molto poco: potrebbe essere questa la sintesi dei 97 chilometri corsi oggi nel Principato di Andorra, nona tappa della Vuelta 2019.
È stata una giornata trionfale per la Slovenia con il non ancora 21enne Tadej Pogacar che ha vinto la frazione in modo convincente ed il suo più illustre connazionale Primoz Roglic che, dopo aver rintuzzato una pletora di attacchi da parte di Miguel Angel Lopez e del sempre più enigmatico duo Movistar Quintana – Valverde.
Il colombiano dell’Astana sembrava lanciato verso la sua ennesima riconquista della maglia roja quando con un attacco a 20 chilometri dal traguardo guadagnava 40″ sui suoi avversari. Con davanti due compagni di squadra, Izaguirre e Fulgslang, pronti a trascinarlo nei tratti piani, Superman era in pole per il successo. Non si era, però, tenuta in considerazione la fantozziana propensione di Lopez per attrarre la malasorte che lo buttava a terra in un tratto sterrato a 10km dall’arrivo. Danni limitati ma giornata compromessa.
Entrava a questo punto in gioco la strana coppia Movistar. Quintana attaccava in coppia con Pogacar. Davanti il suo gregario Soler, teoricamente lì per aiutarlo, dava in escandescenze nel momento in cui riceveva l’ordine di aspettare la Sfinge. Morale della favola: Pogacar salutava e si involava verso la vittoria. Quintana riusciva a resistere al rientro di Roglic, che ha fatto tesoro della esperienza del giro ed ha gestito al meglio le forze, e guadagnava una platonica maglia roja posto che 6″ di vantaggio gli serviranno a ben poco contro Roglic nella cronometro di martedì.
Già perché dopodomani, dopo la prima giornata di riposo, c’è l’unica prova individuale contro il tempo di questa Vuelta 2019. Nei 36 chilometri in terra francese da Jurancon a Pau, Baby Face si gioca il suo match point contro gli altri cavalieri dell’Apocalisse. Se tutto andrà come previsto, martedì sera avremo Roglic in rosso con un vantaggio non più quantificabile in secondi. Mi domando se, a quel punto, il suo avversario per il successo finale non diventi il suo giovane connazionale che oggi ha ricordato a tutti perché l’anno scorso ha vinto il Tour de l’Avenir.