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Tour de France 2024: da Firenze a Nizza, una Grande Boucle senza precedenti

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Credit: X

Tour de France 2024: da Firenze a Nizza, una Grande Boucle senza precedenti

Scatterà domani da Firenze il 111° Tour de France. Sarà una edizione decisamente sopra le righe che fungerà da tappeto rosso verso i Giochi Olimpici parigini, presentando, al contempo, due novità assolute. All’inedito Grand Depart nella penisola, infatti, si aggiungerà un epilogo senza precedenti in quanto la corsa gialla terminerà domenica 21 luglio non nella ville lumiere, già blindata nell’imminenza olimpica, bensì a Nizza sulla Promenade des Anglais. Le frazioni iniziali italiane celebreranno cinque dei sette campioni azzurri che hanno vinto la Grande Boucle. Omessi Felice Gimondi e Vincenzo Nibali, nel centenario della prima vittoria, quella di Ottavio Bottecchia nel 1924, il percorso, muovendo dalla Firenze di Gino Bartali e Gastone Nencini raggiungerà il Piemonte di Fausto Coppi attraverso la Romagna di Marco Pantani.

Domani si partirà da Piazza Michelangelo in direzione della Romagna in cui s’entrerà dopo aver superato il Valico dei Tre Faggi. Saranno ben sette i GpM lungo i 205 chilometri del percorso, l’ultimo dei quali, a San Marino, ai meno 28 dal traguardo di Rimini. Domenica da Cesenatico si punterà prima su Ravenna e poi su Faenza per entrare poi nella fase calda, costellata da una raffica di piccole asperità. Nell’ordine, si affronteranno le salite di Monticino, Gallisterna, resa famosa dall’azione decisiva di Julian Alaphilippe al mondiale 2020, Botteghino di Zocca e Montecalvo, giungendo, infine, a Bologna, dove i corridori percorreranno due volte un circuito di 18,5 chilometri comprendente la temibile scalata al Santuario di San Luca prima della conclusione in via Indipendenza dopo 200 chilometri. La terza frazione da Piacenza a Torino, la più lunga di quest’anno con i suoi 225 chilometri, sarà dedicata ai velocisti con inevitabile volata finale in Corso Galileo Ferraris. Martedì 2 luglio la corsa saluterà l’Italia, partendo da Pinerolo verso Valloire per una tappa, tanto breve quanto intensa, di soli 138 chilometri, comprendenti il passaggio ai 2.642 metri del Col de Galibier ai meno 19 dal traguardo. Il percorso volgerà, poi, a settentrione verso Borgogna e Franca Contea con due giornate per velocisti, cui farà seguito un trittico da non sottovalutare: una cronometro piatta di 25 chilometri da Nuits-Saint-Georges a Gevrey-Chambertin, una frazione mangia e bevi con traguardo a Colombey-les-Deux-Eglises, storica residenza estiva del Generale De Gaulle, e, a chiudere la prima settimana di gara, l’intrigante cavalcata di 199 chilometri, infarciti con ben 14 tratti sterrati, con partenza e arrivo a Troyes.

Martedì 9 luglio, dopo il primo giorno di riposo, si ripartirà da Orleans verso sud in direzione dei Pirenei. Delle quattro tappe d’avvicinamento, tre saranno per le ruote veloci. Farà eccezione l’undecima sul Massiccio Centrale, l’unica che potrebbe influire sulla classifica, da Évaux-les-Bains a Le Lioran lungo 211 chilometri con 4.350 metri di dislivello. Questi ultimi scenderanno a 4.000 sabato 13 luglio nei 152 chilometri da Pau a Saint-Lary-Soulan Pla d’Adet. A metà percorso verrà affrontata la salita iconica dei Pirenei: il Col du Tourmalet. La presa della Bastiglia verrà celebrata, il giorno dopo, nei 198 chilometri da Loudenvielle a Plateau de Beille, dove iniziò nel 1998 la formidabile rimonta di Marco Pantani su Jan Ullrich che portò al trionfo del Pirata sui Campi Elisi.

La successiva giornata di riposo nel Midì sarà, di fatto, estesa a martedì 16 luglio da una frazione pianeggiante con arrivo a Nimes. Seguiranno due tappe di leggera montagna, ideali per fughe di lunga gittata, che si concluderanno rispettivamente a Superdévoluy e Barcelonnette. Venerdì 19 luglio avrà luogo il tappone alpino da Embrun a Isola 2000: 4.440 metri di dislivello disseminati su 145 chilometri con due salite Hors Categorie, il Col de Vars e la Cime de la Bonette, vetta della corsa con i suoi 2802 metri di altitudine su cui verrà assegnato il Souvenir Henri Desgrange. Nizza, infine, sarà il fulcro delle ultime due tappe: la penultima, una breve ed esplosiva passeggiata di 133 chilometri verso il Col de la Couillole, raggiunto dopo aver superato altri tre GpM, tra cui il leggendario Col de Turini, reso immortale dal rally di Montecarlo, per finire con la crono conclusiva, un saliscendi continuo di 34 chilometri, con partenza dal Principato di Monaco e arrivo in Promenade des Anglais, che emetterà l’inappellabile giudizio finale.

Questa edizione della Grande Boucle vedrà, per la prima volta, la presenza contemporanea al via dei quattro moschettieri del ciclismo contemporaneo: Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), numero uno del ciclismo mondiale in caccia dell’accoppiata rosa-gialla, Jonas Vingegaard (Visma Lease a Bike), trionfatore negli ultimi due Tour, Primoz Roglic (Bora Hansgrohe), l’altro illustre sloveno che può vantare in carniere tre Vuelta Espana e un Giro d’Italia, e Remco Evenepoel (Soudal Quickstep), il prodigioso millennial belga già iridato sia in linea che contro il tempo, all’esordio nella corsa francese.
Se per il fuoriclasse di Komenda la stagione 2024, in cui ha già messo in cassaforte Liegi-Bastogne-Liegi e Giro d’Italia, è stata finora perfetta, gli altri tre contendenti, al contrario, hanno fatto fatica, costretti a recuperare dai postumi della mega caduta in cui sono stati congiuntamente coinvolti il 4 aprile scorso al Giro dei Paesi Baschi. Il campione uscente danese, con grande onestà, ha ammesso d’essere già felice di potersi schierare al via domani a Firenze. Pur privo del suo gregario più fidato, lo statunitense Sepp Kuss, Vingegaard resta, comunque, l’avversario principale di Pogacar, potendo disporre anche di un altro americano, Matteo Jorgenson, potenziale grande sorpresa della corsa. Per parte sua, il campione olimpico a cronometro, pur avendo vinto il recente Giro del Delfinato, non è riuscito convincere del tutto gli addetti ai lavori. Remco, infine, con grande onesta o forse falsa modestia, si è escluso dal pronostico per la maglia gialla, ponendo come suo obiettivo un piazzamento finale tra i primi cinque, magari condito con una vittoria di tappa.

Se, da un lato, Jorgenson appare come l’unico possibile quinto incomodo per la vittoria finale, non mancheranno, dall’altro, gli spunti d’interesse per i successi di giornata. Il duo Alpecin Deceuninck, formato dal campione del mondo Mathieu van der Poel e dal vincitore dell’ultima Milano-Sanremo Jasper Philipsen, tenterà di ripetere l’exploit di 12 mesi fa che regalò all’olandese una forma perfetta per il mondiale di Glasgow e al fiammingo la maglia verde della classifica a punti. Mark Cavendish (Astana Qazaqstan) andrà in caccia dell’elusiva 35ma vittoria, quella che permetterebbe allo sprinter dell’Isola di Man di staccare Eddy Merckx, diventando così il plurivincitore assoluto di tappe nella storia del Tour de France. Ci sarebbero, dulcis in fundo, anche gli italiani, guidati dal neocampione nazionale Alberto Bettiol (EF Education Easy Post) e dall’abruzzese Giulio Ciccone (Lidl Trek), conquistatore l’anno scorso della maglia a pois degli scalatori. Un contingente di otto corridori, numericamente una squadra ancorché dispersi in diaspora. Da loro si spera che possa arrivare un successo di giornata che ponga fine a un digiuno che risale all’ultimo successo di Vincenzo Nibali a Val Thorens nella penultima frazione del Tour 2019.

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