Tour de France 2023, ventesima tappa: a Pogacar il tombolino nel giorno di Ciccone
Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha vinto la la ventesima tappa del 110° Tour de France, un toboga di continui saliscendi sui Vosgi da Belfort a Le Markstein (Fellering) lungo 133 chilometri privi di tratti pianeggianti. Il campione di Komenda ha conquistato un successo dal sapore consolatorio al termine d’una volata ristretta precedendo l’austriaco Felix Gall (AG2R Citroen) e la maglia gialla, il danese Jonas Vingegaard (Jumbo Visma). Quest’ultimo domani festeggerà sui Campi Elisi il suo secondo trionfo consecutivo alla Grande Boucle. In classifica generale il re pescatore ha conservato il ragguardevole margine di 7’29” sul rivale sloveno con il britannico Adam Yates (UAE Team Emirates) terzo a 10’56”.
Oggi ha avuto luogo una frazione dai connotati romantici. In primo luogo per noi italiani che abbiamo potuto gioire per la conquista della maglia a pois da parte di Giulio Ciccone (Lidl Trek). Il teatino, già vincitore dell’analogo premio al Giro d’Italia 2019, ha riportato nello stivale il trofeo a 31 anni di distanza dal successo di Claudio Chiappucci nel Tour del 1992, quello passato alla storia per l’indimenticabile impresa del Diablo al Sestriere. Per sigillare la graduatoria, l’abruzzese è passato in testa sui primi quattro GPM di giornata: il Ballon d’Alsace, il Col de la Croix des Moinats, il Col de Grosse Pierre e il Col de la Schlucht. In cima a quest’ultima salita, consapevole del risultato conseguito, Ciccone si è lasciato andare a un’esultanza probabilmente eccessiva ancorché comprensibile. Tre mesi fa il COVID l’aveva costretto a rinunciare al Giro d’Italia, suo principale obiettivo stagionale. Il risultato odierno pareggia i conti con la malasorte proprio sulle stesse strade alsaziane che quattro anni fa gli regalarono la maglia gialla in cima alla Planche des Belles Filles.
Definita la classifica degli scalatori, andava in scena un momento decisamente commovente. Thibaut Pinot (Groupama FDJ), al suo ultimo Tour de France, tentava l’assolo sulle strade di casa. Si assisteva, a bordo strada, a scene da tifo calcistico mentre il nativo di Melisey, distante 30 chilometri da Belfort, da dove la corsa era partita oggi, cercava di sfatare il detto che “nessuno e profeta in patria”. Purtroppo per il corridore della Franca Contea, Pogacar aveva messo nel mirino la frazione odierna. Dopo che Pinot era passato per primo, tra due cordoni di tifosi in delirio, in vetta al Petit Ballon, penultimo GPM di giornata, sull’ultima asperità, il Col du Platzerwasel, aveva luogo l’inevitabile ribaltamento, figlio del ritmo imposto dalla UAE. Dopodiché, ai meno 14 dal traguardo, scattava Tadej portandosi dietro la maglia gialla e il sorprendente Gall che, prima della partenza, aveva dichiarato che non si sarebbe impegnato nella lotta per la maglia a pois in quanto puntava a vincere la tappa. I tre rapidamente fagocitavano il Pinot involandosi verso l’arrivo. Ai meno quattro rientravano sui battistrada i gemelli Yates, per merito esclusivo di Simon (Jyco AlUla) che trainava il fratello Adam. Questi, a sua volta, si metteva al servizio del proprio capitano mettendosi in testa al gruppetto e lanciandogli la volata. Vingegaard tentava la volata lunga ma lo sloveno lo superava agevolmente ai 150 metri con Gall che andava a prendere la piazza d’onore.
Domani il 110° Tour de France si chiuderà a Parigi con la tradizionale passerella sui Campi Elisi. La ventunesima ed ultima frazione muoverà da Saint-Quentin-en-Yvelines, nella periferia della capitale, alle 16.30. I corridori transiteranno per la prima volta davanti al traguardo dopo 59 chilometri. Seguiranno nove giri del circuito cittadino che porteranno il chilometraggio totale della frazione a 115 prima dell’ultima volata al tramonto all’ombra dell’Arco di Trionfo.