Tour de France 2023: si continua a giocare a scacchi
L’olandese Wouter Poels (Bahrain Victorious) ha vinto la quindicesima tappa del 110° Tour de France da Les Gets Les Portes du Soleil a Saint-Gervais Mont-Blanc, una cavalcata alpina di 179 chilometri. Il vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi 2016 ha preceduto sul traguardo in salita il belga Wout Van Aert (Jumbo Visma), giunto staccato di 2’08”, con il francese Mathieu Burgaudeau (Total Energies) che ha conquistato la terza moneta a 3’00”. Non è cambiata la classifica generale relativamente alle prime due posizioni con il danese Jonas Vingegaard (Jumbo Visma) che ha conservato un vantaggio di 10” sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). Lo spagnolo Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) ha mantenuto la terza piazza a 5’21” dalla maglia gialla, tallonato dal britannico Adam Yates (UAE Team Emirates), quarto a 5’40”, mentre è sceso in quinta posizione, a 6’38”, l’australiano Jai Hindley (Bora Hansgrohe).
Diversamente da ieri i diarchi hanno deciso di disinteressarsi della frazione odierna, dando spazio a una maxi fuga di ben 37 corridori. Tra questi c’era anche l’abruzzese Giulio Ciccone (Lidl Trek) che, approfittando della giornata negativa dello statunitense Neilson Powless (EF Education EasyPost), lo ha raggiunto nella graduatoria della classifica degli scalatori, strappandogli la maglia a pois per il maggior numero di GPM di prima categoria conquistati. La corsa si decideva sul Col de Aravis a 50 chilometri dal traguardo. Scattava lo spagnolo Marc Soler (UAE Team Emirates) che veniva poi raggiunto da Poels e Van Aert. Il trio guadagnava rapidamente terreno su quello che restava dell’originario gruppo di battistrada. Ai meno 12 dall’arrivo, sulla breve ma feroce Cote de Amerands, l’olandese s’involava indisturbato verso la vittoria.
Sulla medesima salita cominciavano le grandi manovre tra gli uomini di classifica. La UAE con il polacco Rafal Majka e l’austriaco Felix Großschartner imprimeva un’accelerazione che scremava il plotone dei leader. Era poi la volta di Adam Yates di dare l’accelerata finale, Vingegaard, pur avendo perso presto il fido Sepp Kuss (Jumbo Visma), non cedeva un centimetro a Pogacar, dando anzi l’impressione di poter essere lui a scattare. Alla fine, nonostante due tentativi non del tutto convincenti dello sloveno, perdurava la situazione di stallo a mo’ d’autentica tregua armata.
Domani è in programma la seconda giornata di riposo che precederà la sedicesima tappa, l’unica a cronometro di questa edizione della Grande Boucle. Saranno 22 i chilometri contro il tempo da Passy a Combloux. Gli ultimi cinque in salita comprenderanno la Cote de Domancy, resa famosa da Bernard Hinault per la sua splendida cavalcata solitaria iridata nel mondiale 1980 che si concludeva a Sallanches. Sicuramente non ci saranno distacchi significativi anche se va considerato che questo è un Tour il cui destino verrà probabilmente deciso da una manciata di secondi.