Tour de France 2020, sedicesima tappa: la quiete prima dell’ultima tempesta
Dopo il secondo giorno di riposo, preso atto con piacere dell’assenza di contagiati in gruppo, la carovana gialla ha cominciato il trittico alpino con la sedicesima tappa, una cavalcata di 164 km da La Tour du Pin a Villard de Lans. I cinque GPM, di cui uno di prima categoria, disseminati lungo il percorso hanno garantito spettacolo con una emozionante contesa per la vittoria parziale a cui si è, per contrasto, accompagnata una giornata di tregua tra gli uomini di classifica.
Dopo una fase iniziale di corsa decisamente anarchica, con scatti a ripetizione a destra e manca, ad 80 km dall’arrivo la situazione si stabilizzava con un gruppetto, composto dai seguenti 15 corridori, che aveva accumulato 10′ di vantaggio su un plotone sonnacchioso: Andrey Amador, Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), Lennard Kämna, Daniel Oss (Bora-Hansgrohe), Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), Sébastien Reichenbach (Groupama-FDJ), Alberto Bettiol (EF Education First), Winner Anacona, Warren Barguil (Arkéa-Samsic), Imanol Erviti, Carlos Verona (Movistar Team), Matteo Trentin (CCC Team), Christopher Juul Jensen (Mitchelton-Scott), Nicolas Roche (Team Sunweb), Quentin Pacher (B&B Hotels-Vital Concept).
Con il divario salito ad un quarto d’ora, a 33 km dall’arrivo, all’imbocco dell’unico GPM di prima categoria di giornata, la Montèe de Saint Nizier (11 chilometri al 6,5%), rompeva gli indugi Pacher. I fuggitivi si disgregavano sotto l’attacco del transalpino al cui inseguimento si lanciava un quartetto formato da Alaphilippe, Kämna, Carapaz e Reichenbach. Era, poi, il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia a prendere l’iniziativa. Sotto la sua azione cedevano, nell’ordine, Pacher, Alaphilippe e Reichenbach. Ai 200 metri dal GPM scattava in contropiede Kamna che sorprendeva El Diablito che, forse, aveva sottovalutato il giovane tedesco. Intanto, nel gruppo dei migliori, andava alla deriva Egan Bernal (Ineos Grenadiers), che sarebbe arrivato al traguardo con oltre 10 minuti di ritardo sugli altri uomini di classifica.
Gli ultimi 15 km si trasformavano in una serie di cronometro individuali nelle quali Kamna si dimostrava il più forte. Alla fine, il 24enne della Bora – Hansgrohe si presentava al traguardo con 1’27” sul redivivo ecuadoregno, che dimezzava il suo svantaggio in classifica dalla maglia gialla da mezzora ad un quarto d’ora. Terzo si piazzava il campione di Svizzera Reichenbach a 1’56”. I migliori arrivavano a 16’48” con Nairo Quintana (Arkéa-Samsic), staccatosi sull’ultimo strappo che perdeva mezzo minuto. La classifica generale restava immutata con Primoz Roglic (Jumbo Visma) in giallo con 40” su Tadej Pogacar (UAE Emirates) e 1’34 su Rigoberto Uran (EF Education First).
Domani è in programma la diciassettesima frazione, il tappone alpino di 170 km da Grenoble a Meribel – Col de Loze. Si tratta dell’unico arrivo oltre quota duemila di questa edizione della Grande Boucle con lo striscione del traguardo posto a 2.304 metri. Prima ci sarà da scalare il Col de la Madeleine di 17 km. L’arrampicata conclusiva, invece, misura 20 km. Entrambe le ascese, Hors Categorie, hanno una pendenza media dell’8%. Considerando che la prima metà della tappa è priva d’insidie è probabile che si assista alla solita tappa a corse parallele con un gruppo di coraggiosi fuori classifica che si giocheranno il successo di giornata mentre i migliori si marcheranno stretti in attesa di dare fuoco alle micce sull’ultima ascesa.