Ringraziamo Julien Alaphilippe per questo splendido Tour de France | Il commento
Tour de France 2019 | Il commento di TPI
Con il tradizionale arrivo in volata sui Campi Elisi, che ha visto il tasmaniano dagli occhi a mandorla Caleb Ewan centrare il tris, si è concluso il Tour de France 2019. Egan Bernal, vincitore a soli 22 anni e 196 giorni, è la maglia gialla più giovane degli ultimi 110 anni, la terza in assoluto in quanto solo Henry Cornet, che nel 1904 trionfò a 19 anni e 355 giorni, e François Faber, vincitore nel 1909 a 22 anni e 187 giorni, hanno saputo fare meglio. Per trovare qualcosa di vagamente recente bisogna andare al 1983 quando un giovane ragazzo occhialuto parigino, Laurent Fignon, s’impose a 22 anni e 340 giorni.
Abbiamo sottolineato ieri come Bernal, alla fin dei conti, abbia rispettato il pronostico dei bookmakers londinesi che lo davano favorito davanti al compagno di squadra Geraint Thomas, vincitore 12 mesi fa e, non a caso, giunto secondo.
Credo che vada aggiunto che senza la neutralizzazione della tappa di Tignes, il vantaggio del giovane colombiano sarebbe stato decisamente più ampio. Sono più che concrete le speranze di vedere Bernal al Giro d’Italia l’anno prossimo premesso che la conquista del quinto Tour da parte di Chris Froome sarà la priorità assoluta della squadra di David Brailsford, cosa che con il buon Egan in squadra potrebbe risultare complicata.
Il Tour de France 2019 si sarebbe ridotto ad una battaglia interna della potentissima corazzata Ineos (ex Sky) se non fosse stato per le inattese prodezze di un corridore: Julien Alaphilippe. Il 27enne di Saint-Amand-Montrond, grande protagonista della primavera con le vittorie nella Milano – Sanremo e nella Freccia Vallone, ha mandato a carte quarantotto lo schema di una corsa che altrimenti sarebbe risultata più che monotona.
L’Italia chiude il Tour a testa alta con una prova che avrebbe reso orgoglioso il compianto Gustavo Giagnoni. Elia Viviani a Nancy, Matteo Trentin a Gap e Vincenzo Nibali ieri a Valthorens hanno illuminato d’azzurro la Grande Boucle con le loro vittorie mente Giulio Ciccone con i suoi due giorni in maglia gialla ha messo la ciliegina sulla torta.
Da non sottovalutare il dignitoso Tour di Fabio Aru, miglior italiano in classifica generale con il suo 14° posto a 27’07”. Speriamo di vederlo competitivo tra un mese alla Vuelta Espana.
La prima vittoria sudamericana al Tour suggella la supremazia del Nuovo Mondo quest’anno nelle grandi corse a tappe dopo il successo di Richard Carapaz al Giro d’Italia. L’anno scorso il Regno Unito fu dominante con tre vincitori diversi: Chris Froome (Giro), Geraint Thomas (Tour) e Simon Yates (Vuelta). Riusciranno gli atleti andini a fare lo stesso? La risposta tra sette settimane a Madrid.