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Il sogno di tornare ad allenare, i progetti con gli amici, poi il coma e l’addio: gli ultimi giorni di agonia di Sinisa Mihajlovic

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Come è morto Sinisa Mihajlovic, gli ultimi giorni di agonia, poi il coma

Sognava ancora di poter tornare ad allenare, poi l’improvviso peggioramento, il coma e l’addio: sono gli ultimi giorni di agonia vissuti da Sinisa Mihajlovic, morto nella giornata di ieri, venerdì 16 dicembre, a Roma dopo una lunga battaglia contro la leucemia.

Fin da quando si era ripresentata la malattia i medici gli avevano date poche speranze di sopravvivenza: Mihajlovic, però, aveva combattuto, convinto di potercela fare anche questa volta.

Circa due settimane prima della morte, l’ex giocatore e allenatore si è presentato a sorpresa alla presentazione del libro di Zdenek Zeman in quella che poi è stata la sua ultima apparizione pubblica.

Sinisa Mihajlovic era apparso sorridente e in buone condizioni fisiche, seppur provato dalla malattia e dalle pesanti cure per tentare di sconfiggere la leucemia. Nulla, però, che facesse presagire un epilogo così drammatico dopo appena pochi giorni.

Fino allo scorso 10 dicembre, Mihajlovic confidava agli amici i suoi progetti futuri. La sua intenzione era quella, una volta finito il ciclo di chemio a gennaio, di ricominciare a girare gli stadi per tenersi aggiornato e pronto per una nuova panchina.

Poi, l’improvviso e inaspettato peggioramento. Domenica 11 dicembre, infatti, Sinisa Mihajlovic è stato ricoverato alla clinica Paideia a causa di un’infezione, che ha messo a dura prova il suo corpo a causa del sistema immunitario compromesso dalla malattia e dalle pesanti terapie a cui si stava sottoponendo.

La febbre si è alzata di colpo e nel tardo pomeriggio del giorno seguente, lunedì 12 dicembre, le condizioni di salute dell’ex calciatore sono ulteriormente peggiorate. Proprio in questo giorno, la mamma Viktoria e il fratello Drazen, così come scrive il Corriere della Sera, hanno preso un aereo dalla Serbia per raggiungere il loro caro al suo capezzale.

Il giorno successivo, martedì 13, Sinisa Mihajlovic è entrato in coma farmacologico: una scelta adottata dai medici per evitare all’atleta ulteriori sofferenze.

In tutti questi giorni, l’ex calciatore e allenatore è stato circondato dall’affetto della sua famiglia: la moglie Arianna non l’ha mai lasciato solo, così come i suoi cinque figli.

Domenica 18 dicembre verrà allestita la camera ardente al Campidoglio, mentre i funerali si terranno il giorno seguente, lunedì 19, alle ore 11.00.

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