Possesso di passaporto falso: Ronaldinho arrestato e poi rilasciato
Paraguay, arrestato Ronaldinho: passaporto falso
ARRESTATO RONALDINHO – L’ex campione di PSG, Barcelona e Milan Ronaldinho è in stato di fermo in Paraguay insieme con il fratello ed ex agente Roberto de Assis. I due, che erano entrati nel Paese ieri (4 marzo) per presentare un programma di assistenza sanitaria per bambini accessibile gratuitamente, sono stati trovati in possesso di passaporti contraffatti.
I due nel pomeriggio, dopo un interrogatorio di circa otto ore, sono poi stati rilasciati. Al momento, non c’è un’accusa precisa nei loro confronti, come ha dichiarato l’avvocato: “Non ci sono restrizioni. Il mio cliente ha risposto a tutte le domande della Procura della Repubblica e domani verificheremo tutti i dettagli”. Il campione, secondo i vari media sudamericani, rischia una pena che va da una multa fino un massimo di 5 anni di carcere.
La vicenda
Secondo le informazioni fornite dal Ministero degli Interni del Paraguay, Ronaldinho (39 anni) e il fratello (49 anni) sono sotto sorveglianza degli agenti al Resort Yacht & Golf Club Paraguayo, 15 chilometri a sud di Asuncion. “Ronaldinho ha un passaporto falso. Questo è un crimine ed è per questo che è stato ordinato il suo arresto – le parole del ministro degli interni del Paraguay Euclides Acevedo alla stazione radio locale AM 1080 -. Rispetto la sua popolarità sportiva, ma la legge deve essere rispettata, indipendentemente da chi sei”. Prevista in giornata una conferenza stampa. Il Pallone d’oro 2005, oltre a partecipare a varie iniziative benefiche, ad Asuncion avrebbe dovuto anche presentare il suo libro “Genius of Life”.
Il passaporto falso, secondo le prime informazioni, mostra il nome corretto del campione brasiliano, il luogo di nascita e la data di nascita, ma indica erroneamente che è un cittadino del Paraguay naturalizzato.
Passaporto ritirato: il precedente
A Ronaldinho, arrestato oggi in Paraguay, il passaporto era stato ritirato nel 2018 per aver omesso di pagare un’ammenda per un caso giudiziario del 2015. L’ex calciatore era stato accusato di reati ambientali provocati nel lago Guaíba, nei pressi di Porto Alegre (aveva costruito una piattaforma di pesca senza i permessi). Ronaldinho e il fratello avevano però recuperato i passaporti lo scorso settembre – ponendo fine effettivamente a un divieto di viaggio di 10 mesi all’estero – dopo aver accettato di pagare un’ammenda da un milione di dollari.