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Parigi-Roubaix 2025: la caduta di Tadej spalanca la storia per Mathieu

Immagine di copertina
Credit: AGF

L’olandese van der Poel (Alpecin Deceuninck) si aggiudica la 123ma edizione della corsa: decisiva la caduta di Pogacar

L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin Deceuninck) ha vinto la 123ma Parigi-Roubaix, giungendo solitario al velodromo con un vantaggio di 1’18” sul campione del mondo, lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), con il danese Mads Pedersen (Lidl Trek), terzo a 2’11”, che ha completato un podio anagramma di quello registrato una settimana fa al termine del Giro delle Fiandre.

Il nipote di Raymond Poulidor ha così eguagliato il record detenuto in coabitazione dal francese Octave Lapize (1909-1911) e dall’italiano Francesco Moser (1978-1980), gli unici nella storia capaci di conquistare tre successi consecutivi nella corsa delle pietre.

Inoltre, come il sommo trentino, Mathieu ha trionfato sempre per distacco. La gara odierna è stata caratterizzata da due fasi distinte con la foresta di Arenberg spartiacque nel mezzo. Dopo una trentina di chilometri di tentativi di fuga abortiti, hanno preso il largo otto coraggiosi: lo spagnolo Oier Lazkano (Red Bull Bora Hansgrohe), il norvegese Markus Hoolegaard (Uno-X Mobility), i tedeschi Kim Heiduk (Ineos Grenadiers) e Jonas Rutsch (Intermaché Wanty), il manx Max Walker (EF Education Easy Post), i belgi Jasper De Buyst (Lotto) e Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets) e l’irlandese Rory Townsend (Q36.5 Pro Cycling Team).

Questo drappello arrivava ad avere un vantaggio massimo di tre minuti dopo 100 chilometri. L’inizio del pavé segnava la graduale riduzione nel distacco che andava a esaurirsi in coincidenza del punto più iconico della gara. Era Pogacar, a questo punto, a rompere gli indugi all’ingresso dei 2.300 metri infernali di Arenberg. Replicava subito van der Poel, creando così i presupposti per l’azione decisiva.

In compagnia dei diarchi, infatti, restavano solo il compagno di squadra di Mathieu, Jasper Philipsen (Alpecin Deceuninck), il danese Pedersen e il sorprendente svizzero Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale). Il quintetto trovava subito l’accordo, transitando con 45” di vantaggio sugli inseguitori, ai meno 75 dal traguardo. Nel successivo tratto in pavé, Tilloy a Sars-et-Rosières (2400 metri e 4 stellette), lo sloveno scattava proprio nel momento in cui Pedersen forava, uscendo così di scena per il successo finale.

Bissigger cedeva definitivamente a differenza di van der Poel e Philipsen che riuscivano a recuperare sulla maglia iridata. Il trio transitava ai 60 dall’arrivo con un margine di 1’15” sul gruppo inseguitore nel quale era rientrato il belga Wout van Aert (Visma Lease a Bike) ma non era presente Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), rimasto irrimediabilmente staccato dopo il transito nella foresta.

Nel durissimo tratto di Mons-en-Pévèle cedeva di schianto Philipsen lasciando così i diarchi soli al comando: anche la Roubaix, dopo Sanremo e Fiandre, si trasformava in una partita a due. Quando tutto faceva prevedere che dovesse essere il durissimo tratto del Carrefour de l’Arbre a decidere l’esito della gara, a 35 chilometri dal traguardo si verificava il colpo di scena definitivo.

All’uscita del settore di pavé da Pont-Thibault a Ennevelin (1.400 metri e 3 stellette), Tadej imboccava con eccessiva velocità la curva che riportava la corsa sull’asfalto, finendo steso per terra, senza conseguenze fisiche, ma perdendo una ventina di secondi. L’olandese tirava dritto, proseguendo in solitaria. Pogacar, in un impeto d’orgoglio, si riportava a 12” ma non riusciva a chiudere il gap.

La decisione di cambiare bicicletta da parte dello sloveno ai meno 20 dall’arrivo ufficializzava la sua resa. Mathieu dilatava il vantaggio, al punto da potersi anche permettere una foratura nel Carrefour de l’Arbre, prima di presentarsi al velodromo per incontrare la storia.

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