Olimpiadi Milano-Cortina. Ma Torino 2006 ci deve ancora 30 milioni
Olimpiadi Torino 2006 debiti – Verrebbe da dire che un’Olimpiade è per sempre. Perché, seppure siano passati 13 anni dalle Olimpiadi invernali del 2006, a Torino è ancora in piene funzioni un commissario che gestisce un tesoretto da 29 milioni di euro per le attività residue dei giochi.
Una sopravvivenza che è stata resa possibile a colpi di finanziarie, che di anno in anno ne hanno prolungato l’esistenza. L’ultima a dicembre 2018, quando con un articolo inserito nella legge finanziaria, la scadenza della struttura commissariale viene prorogata di due anni, fino ad arrivare al 31 dicembre 2020 e si prevede al contempo la restituzione al bilancio dello Stato del fondo residuo di 29 milioni di euro. Una norma di poche righe che ha fatto arrabbiare molto le istituzioni locali, che su quei soldi avevano altri progetti.
I residui attivi dell’Agenzia nata per la preparazione e gestione delle Olimpiadi erano stati destinati alla rivalutazione della Val di Susa e delle montagne circostanti Torino, tanto che lo scorso dicembre l’ex presidente di Regione, Sergio Chiamparino aveva definito la norma del governo “uno scippo” mettendo d’accordo anche gli esponenti locali di tutti i partiti, Lega compresa.
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Olimpiadi Torino 2006 debiti – Non solo, i sindaci dei Comuni montani che avevano ospitato i giochi, si sono rivolti al premier Conte con una lettera in cui rivendicano le indicazioni della legge che “ha positivamente sancito che le economie derivanti da una gestione ‘sabauda’ degli eventi olimpici fossero destinate alla manutenzione straordinaria e riqualificazione degli impianti realizzati in occasione delle Olimpiadi, per mantenerli in vita o riconvertirli con finalità sportive od efficentarli dal punto di vista gestionale e di sostenibilità ambientale”.
“Di questo ambizioso progetto si è occupata e si occupa la Fondazione XX marzo 2006 che ha in capo la programmazione di interventi per complessivi 80milioni di euro, di cui circa 37 milioni approvati con tutti i soggetti attuatori ma ancora in attesa della conferma della copertura finanziaria da parte dell’Agenzia 2006”, si legge ancora nella lettera.
“Sono peraltro 54 i procedimenti già avviati, di cui 36 in corso e 18 già conclusi – scrivono i sindaci -. Restano ancora però nelle casse dell’Agenzia Torino 2006 per l’appunto altri 29 milioni di euro oltre agli 80, e cosa accade? Accade che, prima ancora di garantire la continuità dei procedimenti approvati con la conferma, ci vengono scippati gli ulteriori 29 milioni ancora disponibili e destinati legittimamente come risorse ‘del Piemonte’. E nel contempo aver previsto una ulteriore proroga alla scadenza naturale della struttura dell’Agenzia Torino 2006 appare contraddittorio”.
Olimpiadi Torino 2006 debiti – La legge 244/2007 aveva previsto che le “residue” attività dell’agenzia fossero svolte entro tre anni da un commissario liquidatore che dopo nove anni da quella scadenza è ancora saldo al suo posto.
Intanto, Torino ha visto svanire la possibilità di partecipare al sogno olimpico con Milano e Cortina per i Giochi invernali del 2026, dopo il dietrofront della sindaca Chiara Appendino, e per beffa perderà anche quei 29 milioni destinati alle montagne piemontesi. Peggio di così, forse, non potrebbe andare.
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