Olimpiadi Parigi 2024: Remco sancisce l’anno delle accoppiate
Remco Evenepoel ha vinto per distacco la prova in linea olimpica disputata sui 273 chilometri dal Trocaderò al ponte Alexander III. Il fiammingo, che solo una settimana fa aveva trionfato a cronometro, ha preceduto di 1’11 il francese Valentin Madouas con un altro transalpino, il campione d’Europa Christophe Laporte, che ha fatto sua, in volata a 1’16”, la medaglia di bronzo. La doppietta parigina del belga consegna alla storia della bicicletta il 2024 come l’anno delle grandi accoppiate dopo quella di Mathieu van der Poel, Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix a primavera, e la più recente conquista di Giro d’Italia e Tour de France da parte di Tadej Pogacar.
Una fuga iniziale di cinque carneadi, il ruandese Eric Manizabayo, il marocchino Ahcraf Ed Doghmy, l’ugandese Charles Kagimu, il thailandese Thanakhan Chayasombat ed il mauritiano Christopher Rougier-Lagane, ha segnato le fasi iniziali della corsa. Al loro inseguimento si è lanciato un quartetto composto dall’italiano Elia Viviani, dal russo Gleb Syritsa, dal greco Georgios Bouglas e dall’irlandese Ryan Mullen. A 90 chilometri dal traguardo l’attacco in tandem dell’altro irlandese, Ben Healy, e del kazako Alexei Lutsenko ha aperto le ostilità tra i favoriti. I due hanno raggiunto Mullen, che intanto aveva fagocitato i coraggiosi della prima ora, liberandosi al contempo dei suoi compagni d’avventura. Ai meno 60 è scattato un gruppetto di contrattaccanti formato dallo svizzero Stefan Kung, dal britannico Fred Wright (Gran Bretagna), dal francese Valentin Madouas (Francia), dal tedesco Nils Pollit (Germania) e dal canadese Michael Woods (Canada). Questo drappello si è andato a collocare a metà strada tra i tre fuggitivi e il gruppo dei pretendenti alla vittoria in coincidenza con il rientro della corsa in città. Sulla prima delle tre ascese a Montmartre, Healy ha fatto il vuoto restando solo al comando. Dietro uno scatto di van der Poel, marcato stretto da Wout Van Aert, ha sbriciolato il plotone. Sugli eterni duellanti si sono portati il lettone Tom Skujns, lo statunitense Matteo Jorgenson e il francese Julian Alaphilippe. La corsa ha vissuto un breve momento d’anarchia, chiuso dal recupero del gruppo, frutto del lavoro della Danimarca.
A 37 chilometri dal traguardo Remco ha rotto gli indugi. In un batter d’occhio il millennial si è riportato sui contrattaccanti, fisicamente trascinandoli a riprendere Healy. Successivamente, sulla seconda ascesa verso Montmartre, solo Madouas è stato capace di resistere al nuovo forcing di Evenepoel mentre nel gruppo, già distante un minuto, il campione del mondo, sempre marcato da Van Aert, ha tentato nuovamente d’evadere senza successo. Pur ricevendo poco aiuto dal transalpino, il fiammingo ha rapidamente dilatato il margine dei due battistrada. Ai meno 15 Madouas, esausto, si è staccato, lanciando il belga verso la vittoria. Intanto, Laporte è rientrato sugli inseguitori. Remco, non prima d’essersi permesso il lusso d’una foratura in prossimità del Louvre, ha percorso trionfalmente l’ultimo chilometro in anticipazione del meritato successo. C’è stata la possibilità di gioire anche per Madouas che ha conservato per un’inezia la piazza d’onore. Il terzo posto del campione d’Europa, infine, ha accesso l’entusiasmo del pubblico locale.
Si era identificata, in fase di presentazione, la chiave di lettura della corsa nell’eventuale presenza d’armonia in seno alla squadra belga. La risposta della strada è stata chiara. I sudditi di Re Filippo hanno saputo mettere da parte ogni potenziale motivo di discordia, lavorando all’unisono per raggiungere il massimo risultato. Un encomio, tuttavia, va fatto anche alla Francia che, lanciando Madouas all’attacco da lontano, ha creato i presupposti per la sua doppia presenza sul podio.
Domani sarà la volta delle ragazze su un percorso decisamente più breve, 157 chilometri, ma in proporzione più duro di quello maschile, 1.700 metri di dislivello anziché i 2.800 odierni. Per l’Italia, oggi non pervenuta, la speranza concreta con Elisa Longo Borghini di conquistare la terza medaglia consecutiva.