“Siamo a Parigi per rappresentare il nostro popolo”: l’orgoglio degli atleti palestinesi ai Giochi
Sono otto – distribuiti su sei discipline – gli atleti della Palestina che partecipano alle Olimpiadi di Parigi 2024. Hanno scarse possibilità di vincere qualche medaglie, ma portano con sé l’orgoglio di rappresentare un popolo che negli ultimi mesi ha contato quasi 40mila morti a causa dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza.
Nell’atletica Mohammed Dwedar e Layla Al Masri correranno gli 800 metri. Nel nuoto Valerie Tarazi è impegnata nei 200 metri misti, mentre Yazan Al-Bawwab ha mancato la qualificazione nelle batterie dei 100 metri dorso. Nella boxe è pronto a salire sul ring Waseem Abu Sal. Nel taekwondo toccherà a Mohammed Dwedar e nel tiro a volo (specialità seek) a Jorge Antonio Salhe.
Il portabandiera della Palestina è il pugile Abu Sal, 20 anni, originario della Cisgiordania. Alla cerimonia inaugurale dei Giochi, Abu Sal si è presentato con una camicia bianca che aveva ricamati sopra dei jet che sganciano bombe su un gruppo di bambini che gioca a calcio. “Questa camicia rappresenta l’immagine attuale della Palestina”, ha spiegato l’atleta.
Il nuotatore Yazan Al-Bawwab, 25 anni, è nato in Arabia Saudita da genitori palestinesi. Oggi vive a Dubai, ma ha anche la cittadinanza italiana: suo padre Rashad, infatti, arrivò molti anni fa come rifugiato a Genova, dove si laureò in ingegneria. Adesso la famiglia gestisce un’azienda di forniture di mobili.
“Non mi ispiro a nuotatori o atleti, guardo le persone come mio padre che sono venute fuori dal nulla”, ha detto Yazan intervistato da Lapresse. “Gli italiani gli hanno dato un’opportunità, e lui l’ha colta. Il Governo gli ha dato anche il passaporto, senza quello non potrei viaggiare da nessuna parte con il mio passaporto palestinese. Perciò sono molto felice e orgoglioso di essere italiano”.
Noi palestinesi, sottolinea, “vogliamo far sapere al mondo che siamo esseri umani”. “Posso fare sport come tutti gli altri, assomiglio a un ragazzino di Gaza”, continua il nuotatore.
E ancora: “La mia famiglia è in Palestina, ho una famiglia allargata a Gaza. Non voglio parlare delle atrocità che sono accadute a loro, voglio solo far sapere che alcuni componenti della mia famiglia sono stati uccisi. Ma sono qui e rappresento la mia bandiera”.
Questi sono gli atleti palestinesi che sono riusciti a partecipare ai Giochi. Ma c’è anche chi non ce l’ha fatta. Secondo la Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele, sono 69 gli atleti palestinesi di sport olimpici rimasti uccisi in attacchi israeliani dallo scorso ottobre.
Tra essi la campionessa nazionale di karate Nagham Abu Samra, 24 anni. Nel 2018 aveva rappresentato la Palestina ai Campionati asiatici, lo scorso gennaio è morta in seguito a un attacco missilistico israeliano.
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