Le due facce dello sport italiano (o forse dovremmo dire dell’Italia)
OLIMPIADI INVERNALI 2026 MILANO CORTINA – Ieri, lunedì 24 giugno 2019, è stata ufficialmente una giornata di tripudio per lo sport italiano con il conferimento da parte del CIO dei Giochi Olimpici invernali del 2026 alla candidatura ufficialmente denominata Milano – Cortina ma di fatto coinvolgente due regioni, Lombardia e Veneto, e due province autonome, Bolzano e Trento.
Preso atto che per la seconda volta in 20 anni la Padania ha beneficiato del fallimento olimpico romano, l’assegnazione delle Olimpiadi di Torino per il 2006 ebbe luogo 20 mesi dopo la cocente sconfitta di Roma 2004 da parte di Atene proprio come ieri segue le infelici candidature capitoline del 2020 e 2024, credo che si possa guardare con totale fiducia a questi giochi dalla formula altamente innovativa e per questo profondamente coinvolgente.
Certo, ci sarà da lavorare, soprattutto a livello infrastrutturale per migliorare i collegamenti tra i vari siti ma è probabile, anzi certo, che si darà la migliore immagine possibile dell’Italia, o almeno di quella parte che sta a nord dell’Appennino.
La giornata stava per concludersi felicemente quando allo scoccare della mezzanotte è arrivata la notizia della mancata iscrizione del Palermo alla Serie B, che si aggiungeva alla morte del Foggia Calcio avvenuta nel pomeriggio. Ora, laddove, non solo per le mie origini, spero che la questione Palermo si risolva positivamente, posto che una metropoli non può essere azzerata dalla partecipazione al più amato sport italiano, non posso esimermi dal notare questo violento chiaroscuro che vede lo sport italiano esternare nello spazio di poche ore il sublime e l’orrido.
È bello gioire per l’Olimpiade assegnata ma sarebbe ancor meglio se non assistessimo più alla strage di società calcistiche fantoccio che si registra puntualmente all’inizio di ogni estate.