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Home » Esteri

F1, l’ex campione Niki Lauda ricoverato in ospedale a Vienna

Immagine di copertina
Niki Lauda

L’ex campione austriaco di Formula 1 Niki Lauda è stato nuovamente ricoverato. Lauda si trova nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale AKH di Vienna, dove lo scorso agosto era stato sottoposto a un trapianto di polmone.

Niki Lauda cause morte: ecco come è morto il pilota di Formula 1

I media austriaci riportano che il ricovero dell’ex campione sarebbe stato necessario a seguito delle complicazioni di un’influenza.

Lauda, tre volte iridato e oggi presidente non operativo della Mercedes, era stato dimesso a ottobre dopo tre mesi di degenza.

Niki Lauda ha compiuto 70 anni a febbraio.

La storia di Niki Lauda | Carriera | Incidente | Ritorno in pista | Vita Privata | Film | Ferrari | Mercedes

Andreas Nikolaus Lauda, detto Niki, è un ex pilota automobilistico, imprenditore e dirigente sportivo, tre volte campione del mondo di Formula 1 nato a Vienna il 22 febbraio 1949.

CARRIERA DA PILOTA

È stato tre volte campione del mondo, nel 1975 e 1977 con la Ferrari e nel 1984 con la McLaren. Ha disputato 171 Gran Premi, vincendone 25 e segnando 24 pole position e altrettanti giri veloci.

Una carriera di grande livello in cui Lauda ha guidato in Formula 1 per March, BRM, Ferrari, Brabham e, infine, McLaren.

Da molti considerato uno dei migliori piloti della storia della Formula 1 è stato soprannominato “Il computer”, a causa della sua incredibile capacità di individuare, al pari di un elaboratore, tutti i difetti, anche i più piccoli, della vettura che guidava e per la meticolosità con cui metteva a punto il proprio mezzo meccanico.

L’INCIDENTE

A renderlo ancor più leggendario il terribile incidente da cui uscì gravemente ferito e sfigurato, ma vivo.

Il 1 agosto 1976 nel corso del Gran Premio di Germania, sul pericoloso circuito del Nürburgring, Lauda – intento a recuperare terreno sui primi – perse il controllo della propria vettura, colpì una roccia a lato del circuito e terminò la sua corsa in mezzo alla pista privo del casco scalzatosi nell’urto.

La monoposto prese fuoco per la fuoriuscita di benzina e il pilota rimase intrappolato nella vettura in fiamme, prima che alcuni colleghi sopraggiunsero cercando coraggiosamente di aiutarlo: tra questi Harald Ertl, Guy Edwards e Brett Lunger, ma fu soprattutto per l’intervento di Arturo Merzario, il quale lo estrasse dall’abitacolo in fiamme, che Lauda riuscì a salvarsi.

Nei giorni seguente le sue condizioni rimasero molto critiche a causa dei velenosi fumi della benzina che potevano danneggiare i polmoni e poi il sangue con conseguenze letali.

Il 5 agosto, 4 giorni dopo l’incidente, fu dichiarato fuori pericolo dai medici e l’8 agosto lasciò l’ospedale di Mannheim, dove era ricoverato, per ritrasferirsi a quello di Ludwigshafen, specializzato nella cura delle grandi ustioni.

IL RITORNO IN PISTA

Lauda, mostrando grande coraggio e forse un pizzico di incoscienza, decise di tornare al volante dopo solo 42 giorni dall’incidente, al Gran Premio d’Italia.

Per l’occasione fu necessario modificargli il casco, togliendo parte dell’imbottitura, per cercare di limitare le perdite di sangue che si verificavano con lo sfregamento sulle ferite del volto non ancora rimarginate.

Dopo aver ottenuto il quinto posto nelle qualifiche, Lauda, seppur martoriato dalle ferite, alcune addirittura ancora sanguinanti, e dal fatto che, a causa dei postumi dell’incidente del Nürburgring, le palpebre non gli offrissero una visione totalmente corretta, giunse quarto in gara.

IL PRIMO RITIRO

Nel 1979, tre anni dopo il tragico incidente, Lauda ufficializzò il suo ritiro delle corse. L’austriaco si dedicò allo sviluppo della propria compagnia aerea, la Lauda Air.

Il richiamo della pista però tornò a farsi sentire e il 30 settembre 1981 Lauda annunciò il suo ritorno alle corse per la stagione 1982. Con quale auto? La McLaren.

IL SECONDO RITIRO

Nel 1985, dopo una stagione piena di problemi tecnici, annunciò il suo definitivo ritiro dalle corse. Oltre ad occuparsi della propria compagnia aerea, ha svolto la professione di commentatore televisivo per emittenti di lingua tedesca, ed è stato consulente di diversi team di Formula 1, tra cui Ferrari e Jaguar, per quanto riguarda problemi organizzativi e gestione della squadra.

Nel settembre 2012 è stato nominato presidente onorario non esecutivo della scuderia Mercedes AMG F1 della quale detiene anche una partecipazione azionaria (10%).

VITA PRIVATA

Niki Lauda si è sposato due volte ed è padre di cinque figli.

Il primo matrimonio fu celebrato nel 1976 con Marlene Knaus: quest’ultima fu particolarmente vicina al pilota durante il periodo dell’incidente del Nürburgring.

La coppia ha avuto due figli, Lucas (nato nel 1979) e Mathias (nato nel 1981), per poi divorziare nel 1991. Ha avuto il terzogenito Christoph nel 1982 da un’altra relazione extraconiugale.

In seconde nozze Lauda ha sposato nel 2008 una hostess che lavorava nella seconda compagnia aerea da lui fondata (la Fly Niki), Birgit Wetzinger.

Dalla Wetzinger Lauda ha avuto altri due figli nel 2009, i gemelli Max e Mia. Birgit aveva donato un rene al pilota nel 2005, a seguito di una malattia che aveva colpito Lauda già da molti anni, probabilmente qualche strascico dell’incidente del 1976.

Precedentemente Niki Lauda aveva subito un altro trapianto di rene, donatogli dal fratello Florian nel 1997.

Il 2 agosto 2018 viene ricoverato presso il General Hospital di Vienna a causa di complicanze dovute ad una infezione polmonare, subendo un trapianto di polmone.

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