In attesa di Filippo Ganna, sorpresa e paura nel primo iride di Imola 2020 (di S. Gambino)
In attesa di Filippo Ganna, sorpresa e paura nel primo iride di Imola 2020
Con la vittoria dell’olandese Anna Van der Breggen nella cronometro individuale femminile hanno avuto inizio i Campionati Mondiali di Ciclismo 2020 che si corrono in forma ridotta ad Imola. Sono, infatti, solo quattro, anziché le tradizionali undici, le maglie iridate in palio in questa edizione “last minute” italiana che prende il posto della rinunciataria Aigle – Martigny, costretta al forfait a seguito delle decisioni dell’Autorità nazionale svizzera in materia di salute e regole per combattere la diffusione del Covid-19.
L’Unione Ciclistica Internazionale ha, infatti, deciso di riassegnare la manifestazione, seppur in forma ridotta, a quella tra le nove candidature che, in aggiunta alle garanzie finanziarie, fosse in grado di presentare il percorso più somigliante a quello svizzero originariamente previsto. L’Emilia – Romagna con la proposta di Imola, già teatro dell’indimenticabile cavalcata solitaria di Vittorio Adorni 52 anni fa, ha saputo fornire l’offerta migliore, venendo, quindi, premiata con l’assegnazione della manifestazione.
La gara femminile odierna è stata decisa da un drammatico colpo di scena subito dopo metà percorso. La campionessa uscente, la statunitense Chloe Dygert, era passata nettamente prima al traguardo intermedio posto al km 15 con un vantaggio di 26” sulla svizzera Marlen Reussler e di 36” sulla Van der Breggen. A 12 km dell’arrivo, con la vittoria ormai a portata di mano, l’americana perdeva il controllo della sua bici all’uscita di una curva in discesa, sbandando contro il guard rail e volando letteralmente giù nel selciato. La caduta ha causato un taglio alla gamba sinistra dell’atleta che, cosa confortante, è rimasta sempre cosciente. La gara proseguiva con la Van der Breggen che nella seconda parte infliggeva quasi mezzo minuto alla Reussler, ribaltando la classifica e conquistando la sua prima maglia iridata a cronometro dopo ben quattro secondi posti. Sul traguardo, l’olandese precedeva la rossocrociata di 15” con la connazionale Ellen Van Dijk che conquistava la terza moneta, a completamento del trionfo orange.
Domani va in scena la prova maschile. Il tracciato, già collaudato oggi dalle donne, misura 32 km. Si parte dall’Autodromo Dino ed Enzo Ferrari per puntare verso Casalfiumanese e Borgo Tossignano, da dove gli atleti in gara transiteranno nuovamente nel rientro verso Imola, passando questa volta da Codrignano. Non ci sono salite impegnative, ad eccezione di un leggero strappo dopo 10 km di gara. Si potrà spingere, quindi, il massimo rapporto per la quasi totalità del percorso. Il vento resta un fattore da considerare, sperando che non abbia un peso decisivo sul risultato finale.
Realisticamente, è questa la gara in cui l’Italia vanta le maggiori chance di salire sul podio. Filippo Ganna difende il bronzo conquistato l’anno scorso ad Harrogate. Anzi, spera di cambiarlo con un colore ancor più nobile. Non sarà impresa da poco, considerando la concorrenza che dovrà affrontare. Il campione uscente, l’australiano Rohan Dennis, parte favorito alla ricerca del tris iridato. L’olandese Tom Dumoulin, campione nel 2017 a Bergen, ha disputato un Tour de France in crescendo, culminato con la piazza d’onore nella decisiva prova contro il tempo che terminava a La Planche des Belles Filles. Non va sottovalutato anche l’altro tulipano Jos Van Emden. Stesso discorso per il Belgio che presenta una accoppiata sontuosa con il recordman dell’ora Victor Campenaerts, affiancato dal corridore più vincente di questo 2020, Wout Van Aert. Il Regno Unito schiera ai nastri di partenza due cavalli di razza come Geraint Thomas, grande favorito dell’imminente Giro d’Italia, e lo specialista Alex Dowsett. Lo svizzero Stefan Kung, bronzo in linea ad Harrogate dodici mesi fa, ed il francese Remi Cavagnà, miglior tempo nella parte in pianura alla recente crono del Tour, potrebbero essere i jolly di giornata.
L’Italia non ha mai vinto questa gara. Riuscirà il gigante di Verbania a rompere l’incantesimo?
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