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Filippo Ganna si prende il mondo (di S. Gambino)

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Filippo Ganna si prende il mondo

Ci sono voluti 27 tentativi, da quel primo mondiale a cronometro a Catania nel 1994, in cui Andrea Chiurato ci regalò una inattesa medaglia d’argento, fino ad oggi; ora, finalmente, l’Italia può vantare un titolo mondiale contro il tempo. A conquistarlo, con una prova superlativa, è stato Filippo Ganna. Il ventiquattrenne granatiere di Verbania, 195 centimetri per 76 chili, ha demolito gli avversari sui 32 km del percorso con partenza ed arrivo all’Autodromo Dino ed Enzo Ferrari di Imola. Un circuito in leggera ascesa all’andata che, nella parte di rientro, univa alla pendenza favorevole un analogo vento, consentendo ai ciclisti di viaggiare a 60 km/h.

Si definisce la cronometro la prova della verità perché le lancette dell’orologio non mentono mai. A riprova di ciò, il successo del piemontese può essere sintetizzato dal distacco inflitto al secondo classificato, il fuoriclasse belga Wout Van Aert, pari a 26”. Ebbene, nello stesso lasso di tempo, alle spalle di Van Aert si possono trovare ben sette atleti, posto che l’ottavo, il belga recordman dell’ora Victor Campanaerts ha accusato un ritardo di 52”. Questo dimostra come Ganna sia stato l’unico capace di fare la differenza in un lotto di campioni che si sono praticamente equivalsi lungo il percorso.

Il trionfo di Ganna rende positivo a prescindere il bilancio di questa edizione dei mondiali. Domani cominceranno le prove in linea con le ragazze. Difficile ipotizzare che il successo possa sfuggire all’Olanda. Le Orange schiereranno una formazione nel segno delle quattro V: Van Vleuten, Van der Breggen, Van Dijk e Voos. Le speranze azzurre, dopo il forfait di Marta Bastianelli, riposano sulle spalle di Elisa Longo Borghini, verbaniese anche lei come il trionfatore odierno.

Domenica sarà la volta della prova più attesa con l’assegnazione del titolo élite maschile. Ci sarà da domandarsi se l’argento odierno caricherà ancor di più Wout Van Aert o se il giovane belga pagherà lo sforzo odierno. La vittoria ottenuta ad agosto alla Milano – Sanremo, lunga quest’anno più di 300 km, fa propendere per la prima ipotesi.

Intanto, in questo momento di vacche magre per la bicicletta italica, godiamoci la vittoria di Ganna. Nel 1909, un suo omonimo, Luigi da Induno Olona in provincia di Varese, vinse il primo Giro d’Italia. Oggi, Filippo che viene dalla sponda opposta del Lago Maggiore, ha conquistato il primo iride azzurro contro il tempo. E’ proprio vero, come dicevano i latini, che in nomen, est omen.

Leggi anche: In attesa di Filippo Ganna, sorpresa e paura nel primo iride di Imola 2020 (di S. Gambino)

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