Aspettando i maschietti, arriva il bis di Anna Van Der Breggen (di S. Gambino)
Aspettando i maschietti, arriva il bis di Anna van der Breggen
Con la vittoria dell’olandese Anna Van der Breggen, che ha così bissato il successo a cronometro di giovedì scorso, si è chiuso il mondiale femminile imolese. La tulipana ha vinto in modo enfatico, in modo non dissimile da come fece Vittorio Adorni tra gli uomini 52 anni fa, precedendo di 1’20”sul traguardo la connazionale, nonché campionessa uscente, Annemiek van Vleuten, che ha regolato in volata l’azzurra Elisa Longo Borghini. Per l’azzurra si tratta di un bronzo strameritato posto che la nostra è stata l’unica nazionale che ha provato a contrastare lo strapotere orange.
Domani si assegna il titolo più importante: quello élite maschile. Si correrà in circuito tra Imola e Riolo Terme, nove giri di 28,8 km ciascuno per 259 complessivi. Ogni tornata prevede due salite che misurano entrambe 2,7 km. Questo porterà ad un dislivello complessivo di quasi 5.000 metri. Attenzione, però, la lunghezza di ogni giro denota la presenza di ampi spazi di recupero per chi avesse perso terreno in salita. Punto focale della corsa potrebbe essere il muro di 1,4 km al 10,6%, con punte al 14%, lungo la salita di Cima Galisterna.
I favori del pronostico vanno in prima battuta al belga Wout Van Aert ed al francese Julian Alaphilippe. I due, ad inizio agosto, si sono giocati allo sprint la Milano – Sanremo con il successo di stretta misura del fiammingo, che ieri, intanto, si è preso l’argento nella cronometro alle spalle di Filippo Ganna. Un gradino sotto nelle quite dei bookmakers troviamo il danese Jakob Fuglsang, vincitore dell’ultimo Giro di Lombardia, lo svizzero Marc Hirschi, grandissimo protagonista al Tour de France ed il vincitore della Grande Boucle, lo sloveno Tadej Pogacar. A questi nomi io aggiungo quelle di due vecchi volponi: lo spagnolo Alejandro Valverde, uscito benissimo da un Tour corso esclusivamente per preparare la corsa di domani, ed il campione olimpico, il fiammingo Greg Van Avermaet, corridore molto forte sulle lunghe distanze.
Fuori dai pronostici ma forte dell’oro nella cronometro di Filippo Ganna, l’Italia di Davide Cassani si presenta nell’invidiabile condizione di non avere nulla da perdere. Le buone notizie, però, finiscono qui. La squadra, cui sicuramente il Commissario Tecnico saprà dare coesione, manca di una punta di diamante in grado di poter credibilmente aspirare alla maglia iridata. Vincenzo Nibali è ancora alla ricerca della forma migliore. Il messinese, inoltre, avendo il suo tallone d’Achille nella volata, avrà la necessità di staccare tutti, magari cercando di ripetere quanto riuscitogli nel 2018 alla Milano – Sanremo. Diego Ulissi, sulla carta il capitano, raramente produce il suo meglio quando la corsa supera i 200 km. Alberto Bettiol e Giovanni Visconti dovranno infilarsi nelle fughe, costringendo così le altre squadre a lavorare.
Da non sottovalutare, in ultimo, saranno le condizioni atmosferiche. Chi si ricorda quanto successo ad Harrogate dodici mesi fa, capirà benissimo.
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