Mondiale élite In linea 2023: Van Der Poel vince una corsa d’altri tempi
Mondiale élite In linea 2023: Van Der Poel vince una corsa d’altri tempi
Mathieu van der Poel è il nuovo campione del mondo Élite in linea. L’olandese, figlio e nipote d’arte, ha conquistato la maglia iridata con una vittoria perentoria al termine della più avvincente competizione mondiale del terzo millennio, ancorché la più lunga con i suoi 272,4 chilometri. Al secondo posto, staccato di 1’37”, si è classificato il belga Wout Van Aert con lo sloveno Tadej Pogacar che ha conquistato il bronzo regolando allo sprint il campione del 2019, il danese Mads Pedersen. Il migliore degli italiani è stato il toscano Alberto Bettiol, decimo al termine d’una gara coraggiosa che avrebbe meritato miglior sorte.
L’inizio dell’agone è stato, a dir poco, travagliato. Dopo 80 chilometri, nel tratto in linea di 120 che collegava Edimburgo, sede di partenza, a Glasgow, i corridori sono stati costretti a fermarsi. La gara, in quel momento, transitava a Carron Valley con un plotoncino di comprimari in libera uscita. Questi trovavano la strada bloccata da un gruppo di ambientalisti che si erano letteralmente attaccati all’asfalto. Dopo una neutralizzazione forzata di 53 minuti, e l’avvenuto scollamento dei contestatori, la corsa è ripresa.
L’azione è entrata nel vivo con l’ingresso nel circuito di Glasgow, un anello di 14.300 metri comprendente ben otto strappi da ripetersi 10 volte. Dopo una cinquantina di chilometri disputati in modo anarchico, quasi fosse una competizione dilettantistica, s’ergevano chiaramente a protagonisti in cinque: Pedersen, Pogacar, Van Aert, van der Poel e, gradita sorpresa, Bettiol. Erano proprio costoro, ai meno 80, a effettuare il ricongiungimento con gli attaccanti della prima ora. Dopo un temporaneo ricompattamento del gruppo, a 55 dal traguardo partiva Bettiol, non prima d’aver rischiato di finire per terra a causa d’una borraccia che gli aveva colpito la ruota. Il senese sperava in una ripetizione di quanto avvenuto al Giro delle Fiandre 2019 quando un marcamento stretto tra i grandi gli creò lo spazio per un clamoroso successo con un’analoga azione da lontano. In parte, il suo tentativo sortiva l’effetto desiderato. Il Belgio si metteva in testa, producendo, però, un’andatura non troppo veemente che limitava a mezzo minuto il vantaggio dell’azzurro ai meno 40 dall’arrivo.
Malauguratamente per l’Italia, a questo punto Van Aert produceva uno strappo nel gruppo con i soliti Pedrsen, Pogacar e van der Poel che venivano dietro al fiammingo. Bettiol teneva duro, passando ancora sotto il traguardo a due giri dalla fine, 28 chilometri alla conclusione, con 25” di vantaggio, margine che, però, da questo momento scendeva velocemente. Ai meno 20, su uno dei brevi ma feroci strappi del tracciato, il mondiale 2023 si decideva. In un sol colpo, con uno scatto brutale, van der Poel si toglieva di ruota i compagni di fuga, fagocitando, al contempo, il malcapitato Alberto e lanciandosi verso l’iride. Neppure una caduta tre chilometri dopo l’attacco, quando aveva già accumulato mezzo minuto di vantaggio, fermava il nipote di Raymond Poulidor, che, con maglia strappata ed escoriazioni ben visibili sul corpo, completava la sua marcia trionfale verso l’iride.
Dopo il mondiale di ciclocross, la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix, Mathieu centrava così il quarto obiettivo d’una stagione sontuosa che potrebbe diventare leggendaria qualora sabato prossimo si aggiudicasse anche il titolo iridato di mountain bike. E pensare che aveva corso il recente Tour de France facendo da gregario al compagno di squadra Jasper Philpsen per preparare al meglio la rassegna iridata. Credo proprio che ci sia riuscito.