I palestinesi non vogliono che Messi giochi l’amichevole contro Israele: “Bruceremo le sue magliette”
Chiesto all'Argentina di non far scendere in campo il fuoriclasse del Barcellona
Messi? No, grazie. Il generale Jibril Rajoub, possibile successore del presidente Abu Mazen e capo della Federcalcio palestinese, ha chiesto al campione del Barcellona e dell’Argentina di non giocare la partita amichevole contro Israele a Gerusalemme e ha chiesto ai tifosi del fuoriclasse di bruciare le sue magliette se scenderà in campo.
Rajoub, nel corso di una conferenza stampa a Ramallah, ha detto di aver scritto al governo argentino chiedendo che Messi non disputi la gara in programma il 9 giugno. “Questa partita è diventata uno strumento politico”, ha spiegato Rajoub.
“Il governo israeliano sta cercando di dargli un significato politico per il fatto che si terrà a Gerusalemme”, dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di riconoscere la città Santa come capitale di Israele.
“Messi è un simbolo di pace e amore, gli chiediamo di non giocare e ripulire l’immagine dell’occupazione israeliana e dei suoi crimini”, le parole del presidente.
Poi la minaccia: “Messi ha decine di milioni di fan nei Paesi arabi e musulmani, chiederemo a tutti di bruciare le loro magliette con il suo nome e i poster con la sua immagine”.
Il partita si giocherà al Teddy Stadium (capienza di circa 34 mila spettatori, biglietti andati esauriti in 20 minuti) a Gerusalemme, nel quartiere di Malha, dove un tempo sorgeva il villaggio di Al Maliha.
Un luogo simbolo. Nella guerra arabo-israeliana del 1948, al termine della quale gli ebrei proclamarono la nascita dello stato di Israele, le milizie paramilitari dell’Irgun infatti attaccarono il villaggio costringendo gli abitanti a fuggire.