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Morto Maradona, le cause della morte del campione argentino

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Credit: ANSA

Morto Maradona, le cause della morte del campione argentino

Oggi, mercoledì 25 novembre 2020, è morto Diego Armando Maradona. L’ex grande campione del Napoli è deceduto in Argentina. Ma quali sono state le cause della morte di Maradona? Secondo quanto riportano il Clarin e la CNN, il campione è morto a causa di un arresto cardiaco intorno alle ore 12 argentine (le 16 italiane). Inutili i tentativi di rianimazione effettuati dal personale medico che lo accudiva 24 ore su 24 nell’abitazione di Tigre in cui stava svolgendo la riabilitazione dopo l’intervento chirurgico alla testa di tre settimane fa, resosi necessario per rimuovere un edema subdurale. A nulla è servito il repentino intervento delle ambulanze, nove secondo quanto riporta La Nacion, giunte quando l’ex Pibe de Oro era già deceduto. Maradona era stato dimesso lo scorso 11 novembre dopo la buona risposta all’intervento, ma lo staff medico che lo ha operato aveva avvertito circa le condizioni delicate del paziente.

Autopsia

L’esame autoptico è stato eseguito tra le ore 19.30 e le ore 22 di mercoledì, pochissime ore dopo la morte, nell’ospedale di San Fernando, ed è stato stabilito che l’insufficienza cardiaca ha provocato ‘un edema polmonare acuto’. La notizia è stata riferita dai quotidiani argentini il ‘Clarin’ e ‘La Nacion’. Sei medici hanno preso parte e tra questi c’era anche un perito nominato dalla famiglia. Per avere il risultato definitivo bisognerà attendere l’esito degli esami tossicologici, che servono per far capire se Maradona aveva assunto farmaci, sostanze stupefacenti o alcol.

Chi era Maradona

Diego Armando Maradona (Lanús, 30 ottobre 1960 – Tigre, 25 novembre 2020) è stato un calciatore, allenatore e dirigente sportivo argentino. È stato il capitano della nazionale argentina vincitrice del campionato del mondo 1986. Soprannominato El Pibe de Oro (“il ragazzo d’oro”), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non il migliore in assoluto. In una carriera da professionista più che ventennale ha militato nell’Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e nel Newell’s Old Boys. Con la nazionale argentina ha partecipato a quattro Mondiali (1982, 1986, 1990 e 1994), vincendo da protagonista il torneo del 1986; i 91 incontri disputati e le 34 reti realizzate in nazionale costituirono due record, successivamente battuti. Non è mai potuto entrare nelle graduatorie del Pallone d’oro perché fino al 1994 il premio era riservato ai giocatori europei: per questo motivo nel 1995 vinse il Pallone d’oro alla carriera. Ha comunque ricevuto altri numerosi riconoscimenti individuali: condivide con Pelé il premio ufficiale FIFA come Miglior giocatore del XX secolo, e nel 1993 è stato insignito del titolo di miglior calciatore argentino di sempre, tributatogli dalla federazione calcistica dell’Argentina.

Maradona, morto oggi all’età di 60 anni, è stato tra le figure più controverse della storia del calcio per la sua personalità eccentrica dentro e fuori il campo, fu sospeso due volte dal calcio giocato per differenti motivi: una volta per uso di cocaina nel 1991 e un’altra volta per positività ai test antidoping, al mondiale degli Stati Uniti 1994 (per uso di efedrina, sostanza non legale spesso usata per perdere peso). CT dell’Argentina per un breve periodo alla fine degli anni duemila, dopo il suo ritiro ufficiale dal calcio nel 1997, Maradona ha subito un aumento eccessivo di peso (risolto con l’aiuto di un bypass gastrico) e le conseguenze della dipendenza dalla cocaina, dalla quale si è liberato dopo lunghi soggiorni in centri di disintossicazione.

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