Malagò si scusa con le Farfalle per gli abusi psicologici sul peso: “Ma un certo grado di rigore è inevitabile”
“Come presidente del Comitato olimpico e punto di riferimento dello sport italiano sento l’obbligo di chiedere scusa a tutte le atlete ed ex atlete che hanno sofferto a causa di comportamenti inappropriati”: Giovanni Malagò torna sulla vicenda degli abusi psicologici denunciati da diverse atlete ed ex atlete della ginnastica ritmica a Repubblica, annunciando che “chi ha sbagliato, se qualcuno ha sbagliato, pagherà”. Tutto era cominciato con le parole di Nina Corradini, Anna Basta e Giulia Galtarossa, campionesse azzurre che avevano portato alla luce un mondo di vessazioni inerenti principalmente la forma fisica delle atlete che avveniva nel centro di Desio.
“Avevo paura della mia insegnante e nonostante questo per un periodo ho vissuto a casa sua. Il cibo che mangiavo lo razionava lei: una volta mise il lucchetto alle mensole”, la testimonianza – tra tante – della campionessa italiana Sara Branciamore. “Bisogna capire la reale dimensione del fenomeno – ha spiegato Malagò – la ginnastica più di altri sport ha nella questione del peso, uno dei suoi aspetti cruciali. Un certo grado di rigore e di ‘durezza’ è inevitabile. Diverso è quando si passa la linea e dal rigore si sconfina nella violenza, nell’umiliazione, nella vessazione. Però ripeto, tutto questo deve ancora essere accertato”. Il presidente del Comitato olimpico non esclude che ci possa essere una “responsabilità oggettiva di tutti, Coni compreso”, nel caso in cui oltre agli sbagli dei singoli si appuri l’esistenza di un “sistema che li ha indotti a sbagliare”.
Interrogato sul ritiro misterioso di Alice Taglietti (classe 2007), tra le atlete italiane più promettenti, tesserate con l’Auxilium e allenate alla Nemesi, ha risposto: “Ogni tanto qualcuno fa fatica a reggere stress, succede in ogni sport. Non ho creato una correlazione tra quel fatto e altri elementi. Oggi le chiederei che cosa è successo. Anzi, la chiamerò sicuramente”.