Kobe Bryant: l’incredibile carriera del Black Mamba
Kobe Bryant: l’incredibile carriera del Black Mamba
Ieri, domenica 26 gennaio 2020, Kobe Bryant è morto in un incidente con il suo elicottero a Los Angeles. Con l’ex stella della NBA, 41 anni, ha perso la vita anche la figlia di 13 anni, Gianna Maria, e altre 7 persone. Una tragedia che ha scosso il mondo dello sport dove l’impronta del Black Mamba è scolpita da tempo.
Kobe Bean Bryant non è stato un cestista statunitense qualsiasi, ma uno dei più grandi di sempre. L’erede del grandissimo Micheal Jordan. Figlio d’arte (suo padre è l’ex cestista Joe Bryant, mentre sua madre Pamela Cox è sorella dell’ex cestista Chubby Cox ritiratosi nel 1983), ha giocato prevalentemente nel ruolo di guardia tiratrice. Aveva due sorelle ed era sposato con Vanessa Laine da cui ha avuto 4 figlie.
Bryant è cresciuto cestisticamente in Italia, dove ha imparato i fondamentali europei, e ha militato per tutta la sua carriera NBA nei Los Angeles Lakers, squadra con cui ha conquistato 5 titoli. Kobe è stato il primo giocatore NBA a militare nella stessa squadra per 20 anni.
Con la Nazionale statunitense ha partecipato ai FIBA Americas Championship 2007 e ai giochi olimpici di Pechino 2008 e di Londra 2012, vincendo la medaglia d’oro in tutte e tre le manifestazioni.
Gli inizi
Bryant iniziò a giocare a basket all’eta di 3 anni e visse in Italia dai 6 fino ai 13 anni di età, spostandosi nelle varie città dei club per i quali giocava il padre: Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia. Tornato negli Stati Uniti si iscrisse all’high school, dove guadagnò fama a livello nazionale vincendo il titolo statale con la Lower Merion High School, situata in un sobborgo di Filadelfia, infrangendo al contempo il record di punti nel quadriennio liceale per la zona di Philadelphia detenuto da Wilt Chamberlain, realizzandone 2.883.
Professionista
Nel 1996, non ancora diciottenne, il grande salto tra i professionisti: si dichiarò eleggibile per il Draft NBA senza passare per il college, nonostante vi fossero state offerte per lui da parte di prestigiose università come Kentucky e Duke.
Venne scelto dagli Charlotte Hornets al primo giro come numero 13 assoluto; subito dopo, però, gli Hornets cedettero ai Los Angeles Lakers i diritti su Bryant in cambio del ventottenne centro Vlade Divac.
I Lakers, prima di orchestrare lo scambio, organizzarono un provino per testare le qualità del giovane Bryant (che tra l’altro sperava di essere scelto proprio dai Lakers) e ne furono conquistati. Lo scambio fu architettato da Jerry West che convinse Divac ad andare a Charlotte nonostante lui non volesse venire scambiato per un giocatore che veniva dal college, minacciando addirittura di ritirarsi.
Da qui prese il via la strepitosa carriera di Kobe Bryant. Una carriera storica che proviamo a riassumere con le sue statistiche:
- Massimo di punti: 81 contro Toronto Raptors (22 gennaio 2006)
- Massimo di rimbalzi: 16 contro Toronto Raptors (24 gennaio 2010)
- Massimo di assist: 17 contro Cleveland Cavaliers (16 gennaio 2015)
- Massimo di palle rubate: 7 contro Utah Jazz (13 febbraio 2006)
- Massimo di stoppate: 5 (3 volte)
- Massimo di minuti giocati: 54 contro Charlotte Hornets (29 dicembre 2006)
- 25 partite con 50+ punti.
- 6 partite con 60+ punti.
- 40+ punti contro tutte le squadre partecipanti alla NBA.
E con il suo palmares:
- Campionato NBA: 5 (Los Angeles Lakers: 2000, 2001, 2002, 2009, 2010)
- Olimpiadi: 2 ori (Stati Uniti: 2008, 2012)
- FIBA Americas Championship: 1 oro (Stati Uniti: 2007)
- MVP della regular season: 1 (2007-2008)
- MVP delle finali: 2 (2009, 2010)
- Miglior marcatore della stagione: 2 (2005-2006, 2006-2007)
- All-NBA First Team: 11 (2001-2002, 2002-2003, 2003-2004, 2005-2006, 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009, 2009-2010, 2010-2011, 2011-2012, 2012-2013)
- All-NBA Second Team: 2 (1999-2000, 2000-2001)
- All-NBA Third Team: 2 (1998-1999, 2004-2005)
- NBA All-Defensive First Team: 9 (1999-2000, 2002-2003, 2003-2004, 2005-2006, 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009, 2009-2010, 2010-2011)
- NBA All-Defensive Second Team: 3 (2000-2001, 2001-2002, 2011-2012)
- MVP dell’All-Star Game: 4 (2002, 2007, 2009 (a pari merito con Shaquille O’Neal), 2011)
- NBA All-Star: 18 (1998, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016)
- NBA Slam Dunk Contest: 1 (1997)
La lettera di addio al basket
Nel 2015 Kobe Bryant lascia il basket giocato e lo fa con una lettera. Parole emozionanti: “Ti ho dato il mio cuore, ti amerò sempre, ma devo lasciarti andare”. Di seguito il testo completo:
“Cara pallacanestro,
sin dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzettoni di mio papà e a immaginare tiri decisivi per la vittoria al Great Western Forum, mi è subito stata chiara una cosa: mi ero innamorato di te. Un amore così grande che ti ho dato tutto me stesso, dalla mia mente, al mio corpo, al mio spirito e alla mia anima.
Nelle vesti di un bambino di 6 anni innamorato non ho mai visto la luce in fondo al tunnel. Mi vedevo soltanto correre al di fuori. E così ho corso. Ho corso su e giù per ogni campo, rincorrendo ogni pallone per te. Mi hai chiesto il massimo sforzo, io ti ho dato il mio cuore.
Ho giocato quando ero stanco e dolorante, non perché fossero state le sfide a chiamarmi, ma perché TU mi hai chiamato. Ho fatto qualsiasi cosa per TE, perché questo è ciò che fanno le persone quando qualcuno le fa sentire vive come hai fatto tu con me.
Hai dato a un bimbo di 6 anni il sogno di essere un giocatore dei Lakers e ti amerò sempre per questo. Ma non posso amarti in maniera ossessiva per molto tempo ancora. Questa stagione è tutto quel che mi rimane da darti. Il mio cuore può reggere il peso, la mia mente pure, ma il mio corpo sa che è giunto il momento di salutarci.
Ma va bene così. Sono pronto a lasciarti andare. Volevo che tu lo sapessi, cosicché potremo assaporare meglio ogni momento che ci rimarrà da gustare assieme. Le cose belle e quelle meno belle. Ci siamo dati l’un l’altra tutto quello che avevamo.
Ed entrambi sappiamo che, qualsiasi cosa io farò, sarà sempre quel bambino con i calzettoni, il cestino della spazzatura nell’angolo e 5 secondi ancora sul cronometro, palla in mano. 5… 4… 3… 2… 1.
Ti amerò sempre.
Kobe”.
Kobe Bryant e l’Italia
Bryant, come detto, è cresciuto in Italia dove ha vissuto dai 6 ai 13 anni ed ha imparato la lingua che ancora parlava correttamente. Era tifoso del Milan. Amore per l’Italia viscerale. Non solo per le bellezze del nostro Paese (Positano, Capri, le Cinque Terre e Portofino) che amava visitare durante le sue vacanze, ma per il fatto che qui da noi aveva imparato a giocare a basket. “Crescere dall’altra parte dell’oceano (in Italia, ndr) mi ha dato un incredibile vantaggio perché avevo imparato i fondamentali. Non come fare il giocoliere ma come muovermi senza palla e usare i blocchi, utilizzare entrambe le mani, passare la palla in maniera efficace”, le sue parole.
“Tutto è cominciato qui… In queste stradine, su un campetto in piastrelle – amava raccontare Kobe -. Andavo avanti e indietro in bici, con il pallone sottobraccio, e sentivo il profumo, i sapori di questa terra, la cultura, la storia. L’architettura. Non riesco a immaginare un posto più lontano dalla Nba. Eppure in Nba ci sono arrivato. L’Italia sarà sempre nel mio cuore”.
Vita privata, moglie e figlie
Il suo primo nome, Kobe, fa riferimento alla pregiata qualità di carne bovina, mangiata dai genitori in un ristorante poco prima della sua nascita. A 22 anni, il 18 aprile 2001, si sposò con Vanessa Laine. Il rapporto tra i due però non è sempre stato idilliaco. Nel dicembre 2011 Vanessa chiese il divorzio stanca dei tradimenti del cestista; tuttavia il 12 gennaio 2013 la procedura venne annullata e i due si riconciliarono. Bryant e Vanessa hanno avuto quattro figlie: Natalia Diamante, nata il 19 gennaio 2003, Gianna Maria-Onore, nata il primo maggio 2006 (morta ieri, 26 gennaio 2020, nello stesso incidente che ha coinvolto il padre), Bianka Bella, nata il 5 dicembre 2016, e Capri Kobe, nata il 20 giugno 2019.
L’accusa di stupro
Il 4 luglio 2003 Bryant venne arrestato con l’accusa di stupro. Una diciannovenne, allora dipendente dell’Hotel Cordillera di Edwards, in Colorado, lo accusò di averla violentata. Bryant confessò di aver avuto un rapporto sessuale con la ragazza, ma negò la violenza affermando che il rapporto fu consensuale. Il 6 agosto 2003 cominciò una serie di udienze conclusasi il 27 agosto 2004 con un processo che vide il ritiro delle accuse da parte dei legali della ragazza, i quali decisero comunque di mandare avanti una causa civile. Lo stesso anno, per via dello stress derivante dalla vicenda, sua moglie Vanessa abortì.
Kobe Bryant e il cinema
Non solo basket. Il 4 marzo 2018 ha vinto il Premio Oscar insieme al regista e animatore Glen Keane, nella categoria miglior cortometraggio d’animazione per Dear Basketball, che ha sceneggiato ispirandosi alla sua lettera di addio al basket.
Kobe Bryant ha fatto poi alcune apparizioni sia cinematografiche sia televisive: la prima nel 1996 nella serie TV Moesha. Nel 2008 Spike Lee ha realizzato un film-documentario dedicato a lui intitolato Kobe Doin’ Work. Nel 2010 invece Kobe è apparso in un episodio della serie Modern Family, mentre nel 2012 è entrato nel cast del film Io sono Bruce Lee sull’omonimo ex attore cinese.