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Home » Sport

Ivan Zaytsev, lo Zar che guida la nazionale di pallavolo

Immagine di copertina
Il capitano della nazionale di pallavolo, Ivan Zaytsev. Credit: Getty Images

È nato in Italia, ma le sue origini sono russe. Ha iniziato a giocare nel Perugia e oggi guida la nazionale: chi è lo Zar che trascina gli azzurri

Ivan Zaytsev, chi è: la biografia dell’opposto della nazionale italiana di pallavolo

Lo chiamano lo Zar, non ha ancora compiuto trent’anni, è nato a Spoleto ma il cognome non tradisce le origini russe. Ivan Zaytsev è il capitano della nazionale di pallavolo italiana ed è un figlio d’arte. Il padre è l’ex pallavolista sovietico Vjačeslav Zajcev, la madre l’ex nuotatrice Irina Pozdnjakova.

In questi giorni abbiamo imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo vedendolo saltare e schiacciare la palla come un diavolo inferocito alla guida della nazionale, in occasione dei mondiali di volley 2018.

Lui, Ivan, ha vissuto l’infanzia seguendo il padre in giro per l’Europa, ma è all’età di dieci anni, nel 1998, che il campione di domani si stabilisce in pianta stabile in Italia con la famiglia.

Ivan Zaytsev: la vita e la carriera | Altezza e peso

Il destino di Ivan Zaytsev era già segnato. A sette anni, ancora in Russia, inizia a palleggiare seguendo le orme del padre campione olimpico e da quel momento non lascerà più il campo.

La sua carriera inizierà nelle giovanili del Perugia Volley, squadra in cui resterà (arrivando in serie A1 nel campionato 2004-2005) a lungo, per poi iniziare a giocare con altre maglie. Ma a Perugia sarà sempre legato, tanto che tornerà e vestirà i colori della Sir Safety Perugia fino al 2018.

202 centimetri di altezza per 108 chili di peso, lo Zar in campo è un pallavolista determinato e a tratti spietato con le sue pallonate da 100 chilometri orari, ma a casa si trasforma in un gigante buono. Soprattutto coi suoi figli.

Alle spalle, una educazione severa. Tanto che il rapporto col padre non sempre è stato semplice e, come dice lui, “ha lasciato ferite profonde” nella sua vita. Ferite che si celano sotto la coltre spessa di tatuaggi che costellano i due metri di uomo.

Una rondine con una testa di usignolo, fatto a 18 anni, è impressa sul suo petto. Sopra, la scritta My Life, My Rules. Già da givanissimo, Ivan aveva le idee più che chiare su quella che sarebbe stata la sua indipendenza dai genitori e dal padre in particolare.

Nei confronti del quale in più di un’occasione ha espresso giudizi severi: “La mancanza di rispetto che mio papà ha avuto nei confronti di mia mamma e, più in generale, della nostra famiglia, mi ha fatto male. Col tempo ho rielaborato la questione e tutto è tornato al proprio posto”, ha detto in un’intervista rilasciata a Vanity Fair.

Ivan Zaytsev: la moglie Ashling Sirocchi e i figli

Una vita fatta di alti e bassi, un alternarsi continuo di soddisfazioni e delusioni. “Il punto più basso – confessa – l’ho toccato nel 2007, a Latina, quando dovevo essere la promessa del volley ma dopo sei partite mi misero in panchina e da lì guardai la mia squadra retrocedere”.

Aveva perso di vista l’obiettivo, lo Zar: tornava tardi la sera, non rispettava orari e allenamenti. Rischiava di fatto di mandare all’aria una carriera brillante.

A salvarlo, poi, è arrivata lei: Ashling Sirocchi. Ex giocatrice di beach volley, ha conosciuto lo Zar proprio su una spiaggia, nel 2009. “Spesso mi prendo i meriti per il suo cambiamento, ma in tanti prima di me gli avevano detto le stesse cose, di seguire l’istinto e cambiare rotta”, dice Ashling.

L’amore a bordo campo si è trasformato in qualcosa di più grande: oggi Ivan e Ashling hanno due bambini, Sasha e Sienna. “Lui porta a scuola i bambini, poi cucina – continua lei, orgogliosa – i miei piatti leggeri non piacciono a Sasha che vuole l’amatriciana fatta dal papà. E’ un diktat, da noi la pasta al sugo non esiste: a me non resta che sparecchiare e lavare”.

E a proposito dei suoi bambini, lo Zar è finito al centro di un’ondata di odio non indifferente sul web dopo aver postato sui social la foto con la sua bambina subito dopo averla vaccinata.

“E anche il meningococco è fatto, bravissima la mia ragazza”, questo il commento di Zaytsev alla foto. Lo Zar ha visto la sua bacheca infestata di insulti. “Leggendo certi commenti ho pensato subito a tutte quelle persone psicologicamente più deboli, non in grado di gestire simili attacchi, e mi sono preoccupato delle reazioni che potrebbero scatenare”, commenta oggi lo Zar.

Insomma, un campione, dentro e fuori dal campo.

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