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Giro d’Italia 2024: l’esaltante monotonia di Tadej

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Foto: Giorgio Ialenti

La maglia rosa Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha vinto l’ottava tappa del 107° Giro d’Italia che, dell’Umbria all’Abruzzo, ha portato i corridori da Spoleto a Prati di Tivo attraverso 152 chilometri di continui saliscendi. Il fuoriclasse di Komenda, che così ha conquistato il suo terzo successo di giornata, ha regolato in volata un gruppo ristretto d’una dozzina d’elementi precedendo il colombiano Daniel Martinez (Bora Hansgrohe) con l’australiano Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale) che ha guadagnato la terza moneta. In classifica generale, lo sloveno ha portato a 2’40” il suo vantaggio su Martinez con il gallese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) sempre terzo a 2’58”. Sale al sesto posto, migliore degli italiani, Antonio Tiberi (Bahrain Victorious), distante 4’23” dal capoclassifica.

Dopo i tradizionali fuochi d’artificio in partenza, ha preso corpo sulla salita di Forca Capistrello, dopo 30 chilometri, una fuga ricca di nomi autorevoli, composta dai francesi Romain Bardet (Team DSM Firmenich), Valentin Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale), e Julian Alaphilippe (Soudal Quick Step), i tedeschi Simon Geschke (Cofidis) e Georg Steinhauser (EF Education EasyPost), il colombiano Jhonatan Narvaez e lo statunitense Magnus Sheffield (IneosGrenadiers), gli italiani Alessandro Verre (Arkea B&B Hotels), Alessandro De Marchi (Jayco AlUla) e Martin Marcellusi (VF Group Bardiani CSF Faizanè), il vincitore del Giro d’Italia 2014 Nairo Quintana e lo spagnolo Pelayo Sanchez (Movistar), l’australiano Michael Storer (Tudor Pro Cycling) e l’eritreo Henok Mulubrhan (Astana Qazaqstan). Forse a causa delle presenze altisonanti tra i battistrada, la UAE non ha dato spazio alla fuga, concedendo un vantaggio massimo di due minuti.

Geschke, già primo al passaggio a Forca Capistrello, bissava il piazzamento anche su Croce Abbio dove il plotone accusava 1’30” di ritardo. La seguente discesa si rivelava fatale per gli attaccanti che transitavano ai meno 15 dal traguardo, all’inizio dell’ascesa finale, con solo mezzo minuto di margine. Verre e Paret-Peintre erano gli unici che tentavano di resistere al rientro del plotone trainato da Großschartner, prima, e da Majka, poi, ad andatura sempre sostenuta ma mai impossibile. Dopo aver atteso, invano, l’attacco di Pogacar, Tiberi rompeva gli indugi ai 1.700 metri. La pronta risposta di Tadej induceva il ciociaro a più miti consigli. La velocità scendeva al punto da consentire a Majka, staccatosi dopo aver tirato, di rientrare, così lanciando la volata del suo capitano. Lo sloveno partiva ai 200 metri, mettendo subito luce tra sé e gli altri. L’agevole vittoria odierna conferma che, in questo momento, nessuno è in grado di contrastarlo. Il primo a rendersene conto pare proprio essere Martinez che oggi ha corso chiaramente per puntellare il suo secondo posto in graduatoria.

Domani andrà in scena la nona tappa, una lunga cavalcata di 214 chilometri da Avezzano a Napoli dove, per il terzo anno consecutivo, la corsa terminerà su Lungomare Caracciolo. È probabile, in anticipazione del riposo in programma lunedì, che i corridori, provati dalle fatiche degli ultimi tre giorni, evitino di darsi battaglia lungo il tragitto, limitando le ostilità alle fasi conclusive della gara.

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