Giro d’Italia 2024: chapeau, Julian!
Il due volte campione del mondo Julian Alaphilippe (Soudal Quickstep) ha vinto per distacco la dodicesima tappa del 107° Giro d’Italia, una frazione ondulata di 193 chilometri da Martinsicuro, in provincia di Teramo, alla marchigiana Fano, una delle cinque città dell’antica Pentapoli bizantina. Il trentaduenne di Saint-Amand-Montrond ha preceduto di 31” sul traguardo il duo formato dal campione dell’Ecuador Jhonathan Narvaez (Ineos Grenadiers) e dal belga Quinten Hermans (Alpecin Deceuninck). La classifica generale resta invariata con lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) in maglia rosa con un vantaggio di 2’40” sul colombiano Daniel Martinez (Bora Hansgrohe) e di 2’58” sul gallese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers).
Simile a quella di martedì con arrivo a Cusano Mutri, la tappa odierna è stata gradevolissima ancorché completamente estranea dalla lotta per la vittoria finale. In un contesto in cui le squadre dei corridori piazzati alle spalle di Pogacar hanno espletato le funzioni che sarebbero state di competenza della formazione della maglia rosa, Alaphilippe, in modo quasi inconsapevole, si è trovato davanti, a più di cento chilometri dall’arrivo, in compagnia del reggiano Mirco Maestri (Team Polti Kometa). Alle spalle dei due fuggitivi, si è formato un drappello di nove contrattaccanti composto dagli italiani Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling) e Christian Scaroni (Astana Qazaqstan), dall’ecuadoriano Narvaez, dal belga Hermans, dal francese Benjamin Thomas (Cofidis), dal danese Michael Valgren (EF Education Easypost), dal neozelandese Dion Smith (Intermarché-Wanty), dall’australiano Simon Clarke (Israel Premier Tech) e dall’olandese Gijs Leemreize (DSM Firmenich).
Gli inseguitori, forse in considerazione della notevole distanza mancante al traguardo, sono sembrati più interessati a controllare che a riprendere i due battistrada i quali, pedalando in accordo perfetto, hanno sempre mantenuto un vantaggio superiore al minuto. Il francese si faceva carico di fare l’andatura nei tratti in salita mentre l’emiliano profondeva la sua vigorosa pedalata in quelli lineari, in discesa e in piano. Ai meno 25 dal traguardo i nove in caccia alzavano il ritmo dimezzando, nello spazio di 15 chilometri, il ritardo da 1’30” a 45”. Cominciava, a questo punto, la breve ma feroce ascesa a Monte Giove, una rampa che, con il suo tratto finale al 22%, ricordava quella di Cima Gallisterna da dove Alaphillipe domenica 27 settembre 2020 s’involò verso la conquista della sua prima maglia iridata. Julian scattava senza indugio sulle prime rampe lasciando sul posto il malcapitato Maestri. Dietro Narvaez e Hermans partivano all’infruttuoso inseguimento del transalpino. Lou Lou aveva il tempo di rialzarsi sul rettilineo finale, godendosi a pieno la vittoria che lo colloca nel ristretto circolo dei vincitori di tappa in tutti i tre grandi giri.
Domani, a mo’ di carota prima del bastone, va in scena la tredicesima tappa, la più facile del Giro d’Italia 2024, prologo alle quattro frazioni decisive. Saranno, infatti, 179 chilometri simili a una tavola da biliardo, interamente in terra emiliana, quelli che porteranno i corridori da Riccione a Cento. Dato per scontato l’arrivo in volata, c’è solo da vedere se qualche ardito andrà in caccia di effimera gloria.