Giro d’Italia 2023: il ciclismo italiano ha trovato il suo Primo Carnera
Il campione olimpico dell’inseguimento a squadre Jonathan Milan (Bahrain Victorious) ha vinto la seconda tappa del 106° Giro d’Italia consistente in 202 chilometri, completamente in terra d’Abruzzo, da Teramo a San Salvo. Il gigante di Tolmezzo, una versione ciclistica del leggendario corregionale Primo Carnera, il pugile campione del mondo dei pesi massimi negli anni trenta, ha preceduto nettamente in volata l’olandese David Dekker (Team Arkea Samsic) e il fiammingo Arne Marit (Intermarchè Circus Wanty) imponendosi in modo tanto enfatico quanto inatteso sul lungo e largo rettilineo finale.
Il campione del mondo Remco Evenepoel (Soudal Quick Step) ha conservato la maglia rosa nel contesto d’una classifica leggermente mutata nelle posizioni di rincalzo. Il verbanese Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) ha mantenuto la piazza d’onore distanziato di 22”, tallonato dal portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates), terzo a 29”. Causa una caduta a 3.700 metri dal traguardo, ha perso 19” l’inglese Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers), quarto a 40” alla partenza da Teramo, ora scivolato all’ottavo posto in graduatoria a 59” del millennial belga, alle spalle dello sloveno Primoz Roglic (Jumbo Visma), quinto a 43”, e del compagno di squadra Geraint Thomas, sesto a 55”.
La frazione odierna sarebbe piaciuta molto al compianto cantautore afro-romano Franco Califano. Se, infatti, gli ultimi quattro chilometri sono stati pura adrenalina, i primi 198 avrebbero costituito una clip ideale per fare da sfondo alla sua leggendaria canzone Tutto il resto è noia. Neanche il tempo d’abbassare la bandiera a scacchi che prendeva corpo una fuga di cinque corridori: i francesi Paul Lapeira (AG2R Citroën) e Thomas Champion (Cofidis) insieme agli italiani Mattia Bais (Eolo-Kometa), Stefano Gandin (Team Corratec) e Alessandro Verre (Arkéa-Samsic). L’attacco, sempre tenuto sotto controllo dal gruppo, ha consumato sterilmente ben 160 chilometri della tappa.
Con il plotone nuovamente compatto, ai meno 35 dal traguardo aveva inizio la lotta tra le squadre dei velocisti per guadagnare le posizioni di testa in vista dello sprint finale. A 3,7 chilometri dall’arrivo, 700 metri prima dell’entrata in vigore della neutralizzazione, una caduta sul lato destro del gruppo, intorno alla trentesima posizione, ne causava la frattura in due tronconi. La Alpecin-Deceuninck restava l’unica compagine con un treno pienamente operativo. Di ciò, però, non sapeva approfittare lo sprinter della formazione dalle belle chiome, l’australiano Kaden Groves. Anzi, era proprio lui, a 300 metri dallo striscione finale, ad aprire la porta a Milan che non si faceva pregare due volte. Con uno sprint imperiale, il carnico si toglieva di ruota tutti gli avversari, andando a conquistare la più importante vittoria su strada della sua carriera.
Domani andrà in scena la terza tappa lungo i 213 chilometri che porteranno i corridori da Vasto a Melfi in Basilicata. I primi 170, in impercettibile salita, saranno tutt’altro che selettivi. Ai meno 43 dal traguardo il Valico di Monticchio Bagni, cui seguirà subito dopo il Valico La Croce, aprirà le ostilità nel gruppo arrecando presumibili difficoltà per i velocisti puri. Senza escludere che possa andare in porto una fuga da lontano, l’ipotesi del successo d’un finisseur al termine del toboga finale che precede l’arrivo pare essere la soluzione più probabile.