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Giro d’Italia 2023: eppure questo Giro dovrà pur vincerlo qualcuno

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Lo statunitense Brandon McNulty (Team UAE Emirates) ha vinto la quindicesima tappa del 106° Giro d’Italia, un replica in in scala ridotta del Giro di Lombardia, che portava lungo 195 chilometri, infarciti da ben quattro GPM, i corridori da Seregno a Bergamo. Il 25enne di Phoenix ha prevalso sul traguardo orobico battendo allo sprint l’irlandese Ben Healy (EF Education Easy Post), conquistatore della frazione di Fossombrone, e il sempre più positivo millennial di Bassano del Grappa Marco Frigo (Israel Premier Tech). Pur perdendo 33” sullo strappo finale della Boccola, il francese Bruno Armirail (Groupama FDJ) ha conservato la maglia rosa. Martedì, dopo il giorno di riposo, riprenderà la corsa con un vantaggio di 1’08” sul gallese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) con lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo Visma) terzo a 1’10”.

In ossequio ad un copione ormai divenuto monotono, si formava in avanscoperta, subito dopo la partenza, un plotone di 17 attaccanti: Ben Healy, Simone Velasco (Astana Qazaqstan), Alberto Dainese (Team DSM), Andrea Pasqualon (Bahrain Victorious), François Bidard (Cofidis), Brandon McNulty, Davide Ballerini (Soudal QuickStep), Bauke Mollema (Trek Segafredo), Vincenzo Albanese e Francesco Gavazzi (Eolo Kometa), Niccolò Bonifazio e Laurens Huys (Intermarché Circus Wanty), Marco Frigo e Sebastian Berwick (Israel-Premier Tech), Josè Rojas e Einer Rubio (Movistar) e Martin Marcellusi (Green Project Bardiani Csf Faizanè). Il gruppo, oggi pilotato dalla Groupama FDJ, sotto l’occhio protettivo della Ineos, si disinteressava dei fuggitivi. I primi tre GPM vedevano la situazione cristallizzata con un vantaggio oscillante tra i sei e i sette minuti. A trarne vantaggio, nel contesto della lotta per la maglia azzurra, erano Healy e Rubio che, spartendosi i punti, rientravano entrambi prepotentemente nella lotta per il successo finale che, fino a oggi, sembrava ristretta all’attuale leader Davide Bais (Eolo Kometa) e al transalpino Thibaut Pinot (Groupama FDJ).

Sull’ultima ascesa, quella che portava al GPM della Roncola, posto ai meno 31 dal traguardo, esplodevano i fuochi d’artificio con McNulty, Healy e Frigo che attaccavano a ripetizione. I tre, passati solitari in vetta distanziati di pochi secondi, si ricompattavano definitivamente a 10.000 metri dal traguardo. A compensare, in negativo, le emozioni fornite dai tre battistrada, ci pensava il gruppo dei migliori che sulla Roncola decideva di rallentare ulteriormente la sua azione. Healy e McNulty staccavano Frigo sulla Boccola ma poi cominciavano a marcarsi stretto, consentendo al veneto di piombare su di loro a 800 metri dall’arrivo. Il bassanese, a questo punto, tentava d’infilare i due in contropiede ma veniva ripreso ai meno 400 quando McNulty, sprigionando tutta la sua potenza, andava a cogliere una meritatissima vittoria. Intanto, a uso televisivo, i big scimmiottavano qualche scatto in vista del passaggio a Bergamo Alta per poi arrivare tutti insieme al traguardo.

Si è così giunti al secondo giorno di riposo dopo una settimana, indubbiamente bersagliata dal maltempo, in cui la corsa è stata tutt’altro che esaltante. Assistendo allo spettacolo di oggi, comincio a credere che la mutilazione della tappa di venerdì scorso sia stata irrilevante. Martedì si riprenderà con una frazione, teoricamente, durissima. Si viaggerà per 203 chilometri da Sabbio Chiese in provincia di Brescia per arrivare su una vetta leggendaria della corsa rosa: il Monte Bondone, teatro nel 1956 della giornata più drammatica nell’ultracentenaria storia del Giro. Compreso l’arrivo, saranno cinque i GPM disseminati lungo il percorso. Dopo 64 chilometri ci sarà il durissimo Passo Santa Barbara, di prima categoria, cui seguirà, dopo solo 8.000 metri, il più abbordabile Passo Bordala. Dopo la picchiata su Rovereto sarà la volta del Matassone, GPM di seconda categoria, che farà da preludio al Serrada, d’analoga difficoltà. Da Folgaria si andrà in picchiata su Nomi per poi raggiungere, dopo 10 chilometri pianeggianti, Aldeno. Sarà qui che avrà inizio la salita finale lunga 20 chilometri con una pendenza media del 6.8% che raggiungerà nei tratti più aspri anche il 15%. Che sia la volta buona per vedere un po’ di battaglia tra i pretendenti alla vittoria finale?

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