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Home » Sport

Giro d’Italia 2023: Matthews si conferma signore delle tappe scivolose

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L’australiano Michael Matthews (Team Jayco AlUla) ha vinto la terza tappa del 106° Giro d’Italia che ha portato la carovana da Vasto a Melfi in Basilicata lungo 213 chilometri, dapprima pianeggianti e successivamente mossi nel finale. Il corridore di Canberra ha preceduto, al termine d’un appassionante testa a testa, il danese Mads Pedersen (Trek Segafredo) con un altro canguro Kaden Groves (Alpecin Deceuninck) che ha conquistato la terza moneta. Per il campione del mondo Under 23 2010 si tratta della terza vittoria parziale alla corsa rosa, ottenuta in circostanze molto simili alla prima, nove anni fa a Montecassino, in una giornata rimasta nella memoria per la caduta di mezzo gruppo sull’asfalto, reso scivoloso dalla pioggia, all’imbocco della salita verso l’abbazia. Oggi questo inconveniente che, purtroppo, caratterizza spesso le frazioni meridionali del Giro si è ripetuto, fortunatamente senza gravi conseguenze.

Remco Evenepoel (Soudal Quick Step) ha mantenuto il comando della graduatoria, guadagnando anche 3” al traguardo volante di Rapolla dove ha preceduto Primoz Roglic (Jumbo Visma). Il campione del mondo, grazie al cedimento di Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), ora guida la classifica con un margine di 32” sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates) con il redivivo sloveno ora terzo a 44”. Per trovare il primo italiano nella generale bisogna scendere fino al 12mo posto, occupato dal compagno di squadra del leader, Mattia Cattaneo (Soudal Quick Step), distanziato di 1’26”. Scala posizioni, con lenta gradualità, Damiano Caruso (Bahrain Victorious), ora 15mo a 1’31”.

La tappa odierna è stata animata dall’attacco istantaneo del duo del Team Corratec Selle Italia composto dall’italiano Alexander Konyshev e dal serbo Velijko Stojnic. Inscenando una versione sui generis del Trofeo Baracchi, la coppia guadagnava nei primi 25 chilometri quasi sette minuti sul gruppo, regalando così al figlio del leggendario Dimitri la fugace gioia della maglia rosa virtuale. Cominciava a questo punto, seguendo un copione scontato, l’inesorabile rimonta del plotone che riagguantava i fuggitivi ai meno 45 dal traguardo ai piedi della prima delle due salite di giornata, il Valico di Monticchio Bagni.

Su questa ascesa prendeva il controllo della corsa il Team Jayco AlUla nella persona del campione d’Italia, Filippo Zana. La maglia tricolore scandiva un ritmo vivace che eliminava dalla lotta per il successo di giornata tutti i velocisti, oltre a mandare in crisi Ganna. Il francese Thibaut Pinot (Groupama FDJ) passava primo in vetta, doppiando poi sul successivo Valico La Croce con conseguente conquista della maglia azzurra di leader degli scalatori. Finiva a terra, grazie al cielo senza danni, Almeida che rientrava prontamente in gruppo grazie all’aiuto dei compagni di squadra. La Trek Segafredo si presentava in superiorità numerica allo sprint finale in cui, però, Matthews riusciva ad anticipare Pedersen, resistendo poi al ritorno del campione del mondo di Harrogate 2019, in un presumibile anticipo del duello per la maglia ciclamino che ci accompagnerà nelle prossime tre settimane.

Con la quarta frazione in programma domani si comincerà a fare sul serio. La corsa viaggerà da Venosa a Lago Laceno lungo 175 chilometri caratterizzati dall’assoluta mancanza di tratti di pianura. Dopo 64 di montagne russe si scollinerà ai 1.136 metri del Passo delle Crocelle, GPM di seconda categoria, per poi piombare sull’Appia e, dopo il traguardo volante di Muro Lucano, salire al Valico di Monte Carruozzo con identica quota e classificazione dell’erta precedente: mancheranno a questo punto 65 chilometri all’arrivo. Dopo una seconda discesa, seguita da un tratto vallonato, i corridori giungeranno a Montella da cui inizieranno l’arrampicata verso l’omonimo colle. Il GPM, ancora di seconda categoria, farà da preludio all’arrivo, posto dopo una dolce declivio di 3.000 metri. Lascerà Remco andare la via fuga così da cedere in leasing la maglia rosa? Mi sbaglierò ma io penso di no.

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