Giro d’Italia 2023: la diciassettesima di Cannnonbal chiude in bellezza il Giro
Mark Cavendish (Astana Qazaqstan) ha vinto la tappa conclusiva del 106° Giro d’Italia con una sontuosa volata, degna dello scenario dei Fori Imperiali, teatro dell’arrivo odierno. La frazione romana, lunga 126 chilometri, equamente divisi tra andata e ritorno dall’EUR a Ostia Lido e uno spettacolare circuito cittadino tra i millenari monumenti della città eterna, è vissuta nell’attesa dello sprint finale, dominato da Cannonball che, per un giorno, è sembrato essere tornato quello dei tempi in cui conquistò la maglia iridata a Copenhagen nel mondiale 2011. Il campione dell’Isola di Man ha così salutato la corsa rosa con il suo diciassettesimo successo parziale, a 15 anni e 15 giorni dal primo, colto sul traguardo di Catanzaro il 13 maggio 2008. Alla piazza d’onore si è classificato il lussemburghese Alex Kirsch (Trek Segafredo) che ha preceduto l’italiano Filippo Fiorelli (Green Project Bradiani CSF Falzanè). Non ha preso parte alla volata conclusiva Jonathan Milan (Bahrain Victorious) che aveva acquisito l’aritmetica sicurezza della maglia ciclamino in occasione del precedente passaggio sul traguardo, valido per la classifica a punti, in cui l’irriducibile canadese Derek Gee (Israel PremierTech), l’unico che poteva ancora superarlo, era giunto solo quinto.
Lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo Visma) ha conquistato il 106° Giro d’Italia. Il campione olimpico a cronometro ha così aggiunto la corsa rosa alle tre Vuelta Espana già nel suo palmares. Al secondo posto, distanziato di soli 14”, si è piazzato il gallese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), vincitore del Tour de France 2018, sconfitto dal campione di Trbovlje solo dopo l’entusiasmante testa a testa avvenuto ieri nella cronoscalata del Monte Lussari. Terzo, nonché signore della maglia bianca della classifica dei giovani, è arrivato il portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates), staccato di 1’15″ dallo sloveno. Al quarto posto, a 4’40” da Roglic, è giunto il migliore tra gli italiani, Damiano Caruso (Bahrain Victorious) che ha preceduto il francese Thibaut Pinot (Groupama FDJ), quinto a 5’43”. Il transalpino, come Cavendish alla stagione conclusiva della sua carriera, ha fatto sua anche la maglia azzurra di miglior scalatore del Giro.
L’Italia del pedale chiude dignitosamente una corsa rosa a cui si era accostato con la piena consapevolezza del momento difficile che sta attraversando. Persi per COVID Giulio Ciccone (Trek Segafredo), ancor prima della partenza, e Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), durante la prima settimana di corsa, ha trovato quattro vittorie di giornata. Il trentino Davide Bais (Eolo Kometa) ed il sempre positivo campione nazionale Filippo Zana (Jayco Alula) hanno conquistato successi di prestigio sui traguardi di Campo Imperatore e Palafavera mentre Alberto Dainese (Team DSM), dopo giorni di calvario al termine della seconda settimana, ha fatto valere tutta la sua classe nello sprint vincente di Caorle. Del duo Bahrain Victorious composto da Caruso e Milan si è già scritto: oggi costituiscono le maggiori certezze azzurre per le grandi corse a tappe, uno per la classifica generale, l’altro per i successi di giornata.
A fine corsa, per la prima volta in 106 edizioni, a consegnare il Trofeo senza Fine al vincitore Primoz Roglic, primo sloveno a conquistare il Giro d’Italia, è stato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Speriamo questo gesto segni l’inizio d’una nuova splendida tradizione.