Giro d’Italia 2023: Filippo Zana sventola il tricolore a Palafavera
Il campione d’Italia Filippo Zana (Jayco Alula) ha vinto la diciottesima tappa del 106° Giro d’Italia che, attraverso 161 chilometri e 3.700 metri di dislivello, ha portato i corridori da Oderzo nella marca trevigiana a Palafavera in Valzoldana. Il corridore di Thiene ha sconfitto al termine d’una appassionante volata a due il francese Thibaut Pinot (Groupama FDJ) con un altro transalpino, Warren Barguil che ha conquistato la terza piazza, staccato di 50″. Celebra nel modo migliore il suo 37° compleanno Geraint Thomas (Ineos Grenadiers). Il gallese ha aumentato il suo vantaggio sul secondo in classifica che è ora lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo Visma), lontano 29″, con Joao Almeida (UAE Team Emirates) che, perdendo oggi 21″ sui due rivali, è scivolato al terzo posto a 39″ dalla maglia rosa.
La partenza da Oderzo era scoppiettante con 20 chilometri percorsi nei primi 23 minuti. Sul Passo della Crosetta, prima asperità di giornata, si formava un quintetto in avanscoperta con i francesi Thibaut Pinot e Aurelien Paret-Peintre (AG2R Citroen), il campione d’Italia, Filippo Zana e la coppia della Israel Premiertech composta dal canadese Derek Gee e dal bassanese Marco Frigo. Pinot passava per primo sul GPM, dando così inizio ad un en plein giornaliero con cui ha ipotecato la conquista della maglia azzurra finale. In discesa rientravano sui battistrada Warren Barguil (Team Arkea Samsic) e Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan), portando a sette il numero dei battistrada. L’Ineos, nonostante la relativa vicinanza in classifica di Pinot, tredicesimo a 6’48” da Thomas alla partenza da Oderzo, si disinteressava della fuga. Il gruppo, quindi, passava al traguardo volante di Pieve di Cadore, a 48 chilometri dal traguardo con un ritardo di 5’38”. Sulla Forcella Cibiana, sotto l’azione della Ineos, il plotone recuperava un minuto. Davanti, intanto, si staccavano Pronskiy, in salita, e Frigo, in discesa.
La corsa si accendeva sulla successiva salita di Coi a 10 chilometri dall’arrivo. Solo Zana riusciva a resistere al forcing di Pinot mentre, nel gruppo dei migliori, Roglic sguinzagliava il fido Sepp Kuss (Jumbo Visma). Lo statunitense imprimeva un’accelerazione feroce portandosi dietro il suo capitano ma anche Thomas che non concedeva un millimetro allo sloveno. Accusava, invece, il colpo Almeida che veniva salvato dal compagno di squadra, l’australiano Jay Vine (UAE Team Emirates). Perdeva contatto anche Damiano Caruso (Bahrain Victorious) che a fine tappa avrebbe perso il quarto posto in graduatoria all’irlandese Edward Dunbar (Jayco Alula).
Domani andrà in scena la diciannovesima frazione, tutta in terra bellunese. Si pedalera’ da Longarone, nel 60° anniversario del disastro del Vajont, fino ai 2.304 metri del Rifugio Auronzo ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, nuova Cima Coppi dopo l’esclusione del Gran San Bernardo nella 13ma tappa. I chilometri da percorrere saranno 183 con 5.400 metri di dislivello. Cinque i GPM da scalare: il Passo Campolongo, seconda categoria, dopo 87 chilometri, il Passo Valparola, prima categoria, dopo 112, il Passo Giau, anch’esso di massimo livello, dopo 143, l’interlocutorio Passo Tre Croci, seconda categoria, dopo 169 prima dell’ascesa finale al traguardo. Tra 24 ore l’identikit del vincitore del 106° Giro d’Italia dovrebbe cominciare a prendere dei connotati ben precisi.