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Giro d’Italia 2022: Vincenzo, per sempre ti amerò

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La giornata odierna, complice una frazione dalla soluzione finale prevedibile, ha visto l’agone passare in secondo piano rispetto ad una notizia che era nell’aria da un po’ di tempo ma che, nondimeno, porta tanta tristezza. Nel giorno il cui il Giro d’Italia, da lui vinto due volte, nel 2013 e nel 2016, lo onorava passando nella sua città, Vincenzo Nibali, sicuramente il più grande ciclista italiano del terzo millennio, ha annunciato il suo ritiro dalle corse a fine stagione. Uno dei sette fuoriclasse capaci di conquistare la tripla corona, ossia la vittoria nei tre grandi giri, Nibali lascia un movimento la cui dipendenza da lui nell’ultimo decennio è stata poco meno che totale. Il percorso da qui a Verona sarà il giusto tributo per una carriera splendente. Sarebbe bello pensare che in suo onore, il 29 maggio all’Arena, Alberto Fortis presentasse una nuova versione, in positivo, della canzone che 40 anni fa lo rese famoso.

Venendo alla corsa, il francese Arnaud Demare (Groupama FDJ) ha vinto la quinta tappa del 105° Giro d’Italia, ultima in terra di Sicilia, lungo i 174 chilometri che hanno portato la carovana da Catania a Messina. Per il corridore della Picardia si tratta del sesto successo parziale al Giro dopo quello di Modena nel 2019 ed il poker del 2020 che gli consentì di conquistare la maglia ciclamino. Tra i quattro trionfi nell’unica edizione autunnale della corsa rosa, va ricordato quello nella Catania – Villafranca Tirennica in una frazione quasi identica a quella odierna. Al posto d’onore, non senza rammarico per via di un non perfetto funzionamento della bicicletta in volata, si è piazzato il colombiano Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) che ha preceduto Giacomo Nizzolo (Israel Premier Tech). La vittoria ha anche consegnato a Demare la maglia ciclamino della graduatoria a punti, scippata a Mathieu Van der Poel (Alpecin Fenix). Resta, invece, invariata la classifica generale con lo spagnolo Juan Pedro Lopez (Trek Segafredo) in maglia rosa con un vantaggio di 39” sul tedesco Lennard Kamna (Bora Hansgrohe) seguito dall’estone Rein Taaramae (Intermarchè Wanty Gobert), terzo a 58”.

La tappa verteva su un quesito. C’era da capire quanto avrebbe condizionato l’andamento della corsa la salita di Portella Mandrazzi, posta poco prima di metà percorso. La risposta l’hanno fornita i fatti o, per essere più precisi, le defaillance dei due sprinter principi, Mark Cavendish (Quick Step Alpha Vinyl) e Caleb Ewan (Lotto Soudal), staccatisi in via definitiva sull’ascesa e giunti al traguardo in forte ritardo. Demare, al contrario, ha limitato i danni nell’ascesa, perdendo poco più di un minuto, per poi rientrare facilmente in discesa. Con la squadra a sua disposizione, il capitano della Groupama FDJ è partito ai 300 metri rintuzzando il ritorno di Gaviria, non si sa quanto penalizzato da problemi meccanici.

Domani è in programma la sesta frazione, la prima nell’Italia continentale, in Calabria da Palmi a Scalea lungo 194 chilometri privi di difficoltà. Si dovrebbe assistere a qualcosa di molto simile ad oggi anche perché, con quello che aspetta i corridori tra venerdì e domenica, la conservazione delle energie sarà una priorità assoluta.

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