Giro d’Italia 2022: Dainese spezza il sortilegio
Alberto Dainese (Team DSM) ha vinto l’undecima tappa del 105° Giro d’Italia al termine della piattissima frazione che, seguendo la Via Emilia, ha portato la carovana da Sant’Arcangelo di Romagna a Reggio Emilia lungo 203 chilometri. Il velocista padovano ha così regalato all’Italia il primo successo in questa edizione della corsa rosa. Il ventiquattrenne di Abano Terme ha superato negli ultimi 50 metri, con tempismo perfetto, il colombiano Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) che sembrava avesse ormai avuto partita vinta. Al terzo posto, a completare una giornata dalle inattese tinte azzurre, è giunto il componente del quartetto olimpico dorato di Tokyo, Simone Consonni (Cofidis). Resta quasi immutata la classifica generale con lo spagnolo Juan Pedro Lopez (Trek Segafredo) che conserva la maglia rosa con un vantaggio di 12” sul grande favorito per la vittoria finale, l”ecuadoriano Richard Carapaz (Ineos Grendaiers), il quale, incamerando i 3” d’abbuono del traguardo volante di San Giovanni in Persiceto, ha così raggiunto in graduatoria il portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates).
Poco prima della partenza giungeva conferma del ritiro del vincitore di ieri, Biniam Girmay (Intermarchè Wanty Gobert). L’eritreo, cui, nella premiazione dopo il successo di Jesi, era finito nell’occhio il tappo della bottiglia di spumante appannaggio del vincitore, ha alzato bandiera bianca proprio nel momento in cui aveva colmato il distacco dal francese Arnaud Demare (Groupama FDJ) nella classifica a punti, che ora pare destinata ad essere conquistata nuovamente dal transalpino, già vincitore nel 2020.
Doveva essere volata di gruppo e così è stato. Tuttavia, l’andamento della tappa è stato molto più movimentato di quanto fosse lecito attendersi. L’inizio è stato caratterizzato dal solito attacco iniziale di cui erano protagonisti Filippo Tagliani (Drone Hopper – Androni Giocattoli) e Luca Rastelli (Bardiani-CSF-Faizanè). I due attaccanti raggiungevano un vantaggio massimo di cinque minuti dopo un’ora di corsa per poi venire fagocitati in modo vorticoso dal gruppo, complice il forte vento a favore, subito dopo l’attraversamento di Bologna in vista del traguardo volante che assegnava gli abbuoni. La Ineos Grenadiers si schierava in testa al plotone imprimendo un ritmo altissimo che portava Carapaz a transitare per primo al traguardo parziale. Incamerati i preziosi 3”, il campione olimpico lasciava ad altri l’onere della conduzione della corsa.
A 58 chilometri dall’arrivo, approfittando del rallentamento che ha seguito il passaggio al traguardo volante, partiva l’ex campione nazionale del Belgio Dries De Bondt (Alpecin Fenix) che guadagnava rapidamente 100 secondi sul gruppo. Le squadre dei velocisti sembravano non preoccuparsi troppo di questo attacco. De Bondt, però, insisteva, conservando ancora mezzo minuto ai meno 14 che si riducevano a 20” a seimila metri dal traguardo. A questo punto, a soccorso delle formazioni degli sprinter arrivava nuovamente la Ineos che produceva una forte accelerazione per portare Carapaz al sicuro alla neutralizzazione dei meno tre. De Bondt veniva agguantato ai 1.200 metri dallo striscione finale. Il treno della Groupama sembrava in pieno controllo per lo sprint di Demare ma si disuniva nella curva a 500 metri dall’arrivo. Partiva ai trecento Gaviria che dava l’impressione di farcela. Il colombiano, tuttavia, sottovalutava il rientro di Dainese, facendosi superare poco prima della linea fatale.
Domani va in scena la dodicesima frazione, la più lunga di questa edizione del Giro d’Italia. Originalmente i 204 chilometri da Parma a Genova avrebbero dovuto svolgere un ruolo importante nell’economia della corsa, muovendo la classifica. La decisione successiva di addolcire, per motivi di sicurezza, la parte finale del percorso, includendo anche un passaggio sul ricostruito Ponte San Giorgio, ha sicuramente ridimensionato il peso tecnico della frazione, generando anche qualche polemica. Nondimeno, come nelle frazioni di Potenza e Napoli, lo spettacolo non dovrebbe mancare.