Giro d’Italia 2021, undicesima tappa: sterrato amaro per Remco. Da domani si corre per il secondo posto
Lo svizzero Mauro Schmid (Qhubeka Assos) ha vinto la undecima tappa del 104esimo Giro d’Italia, l’affascinante cavalcata di 162 chilometri da Perugia a Montalcino. L’elvetico ha preceduto allo sprint l’italiano Alessandro Covi (UAE Team Emirates) con il belga Harm Vanhoucke (Lotto Soudal) terzo a 25”. Sconvolta la classifica generale con Egan Bernal (Ineos Grenadiers) che ha rafforzato la sua maglia rosa, distanziando i suoi avversari. Adesso il secondo in classifica, Alexander Vlasov (Astana Premier Tech), è staccato di 45”. Sale al terzo posto a 1’12” il sempre più convincente Damiano Caruso (Bahrain Victorious).
Questo ha sentenziato la frazione odierna, ricca di 2.500 i metri di dislivello e 35 chilometri di strada sterrata. In partenza andava via la fuga di giornata con 11 corridori: Lawrence Naesen (AG2R Citroën Team), Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), Enrico Battaglin (Bardiani-CSF-Faizanè), Francesco Gavazzi (EOLO-Kometa), Simon Guglielmi (Groupama – FDJ), Taco van der Hoorn (Intermarché – Wanty – Gobert),Roger Kluge (Lotto Soudal), Harm Vanhoucke (Lotto Soudal), Bert-Jan Lindeman (Team Qhubeka ASSOS), Mauro Schmid (Team Qhubeka ASSOS) e Alessandro Covi (UAE-Team Emirates). Il gruppo si disinteressava totalmente degli attaccanti che raggiungevano un vantaggio massimo di un quarto d’ora a 70 chilometri dall’arrivo, all’inizio del primo tratto in sterrato.
Prendeva il comando della corsa a questo punto la Ineos Grenadiers con Filippo Ganna che imponeva un ritmo bestiale. Si staccava subito Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step) che riusciva, temporaneamente, rientrare grazie all’aiuto dei compagni di squadra. Andavano subito alla deriva Daniel Martin (Israel Start Up Nation) e Davide Formolo (UAE Team Emirates), rispettivamente ottavo e decimo della classifica generale alla partenza da Perugia. Il gruppo dei migliori si compattava ai meno 50 dall’arrivo dimezzando il distacco sui fuggitivi che restavano comunque irraggiungibili.
A 20 chilometri dal traguardo, nel momento in cui cominciava a scendere una leggera pioggia, iniziava il penultimo tratto in sterrato. Evenpoel andava in crisi, questa volta in via definitiva, con Bernal che prendeva l’iniziativa in prima persona, venendo poi sostenuto da tutte le altre squadre dei big, desiderose d’approfittare del momento di difficoltà del giovane fiammingo. Mentre davanti gli 11 attaccanti si riducevano gradualmente ai due che si sarebbero contesi la vittoria di giornata, Schmid e Covi, tra gli uomini di classifica rompeva gli indugi Emanuel Buchmann (Bora Hansgrohe) che scattava sulla salita del Passo del Lume Spento la cui vetta distava solo 3 chilometri dall’arrivo. La maglia rosa si disinteressava del tedesco ma non del successivo attacco di Vlasov che veniva letteralmente fagocitato dal colombiano che poi piombava su Buchman che, con fatica, riusciva a tenere in discesa la ruota di Bernal. Sul traguardo Vlasov limitava i danni a 23”, con Caruso e Simon Yates (Team Bike Exchange) a ruota. Poco meno di due minuti dal capitano della Ineos accusava Giulio Ciccone (Trek Segafredo) con il suo ex capitano Vincenzo Nibali e lo sconsolato Evenepoel attardati di ulteriori trenta secondi.
Se la frazione odierna non ha fatto rimpiangere quella del 2010, chissà cosa dovremo aspettarci da quella di domani, un’attraversata appenninica di 212 chilometri da Siena a Bagno di Romagna. Il passaggio per Firenze onorerà Gino Bartali, cui è dedicata la tappa, e Dante Alighieri, cui poi sarà anche intestata quella di venerdì da Ravenna a Verona, principali siti del suo esilio. Dopo il transito a Sesto Fiorentino, celebrativo del centenario della nascita di Alfredo Martini, si affronteranno, nello spazio di poco più di 100 chilometri, il Monte Mortello, 598 metri, il Passo della Consuma, 1060 metri, il Passo della Calla, 1295, ed il Passo del Carnaio, 807 metri ai meno 10 dal traguardo, prima della picchiata su Bagno di Romagna. Tappa dura ma non durissima: ci penserà il maltempo annunciato a far si che si passi dalla prima ipotesi alla seconda, e ben più dura, realtà.