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Giro d’Italia 2021: un ungherese in rosa suggella una tappa ai confini della realtà

Immagine di copertina
Credit: Ansa

Lo svizzero Gino Mader (Bahrain Victorious) ha vinto la sesta tappa del Giro d’Italia dalle Grotte di Frasassi ai 1.090 metri del Colle San Giacomo, sovrastante Ascoli Piceno. L’elvetico ha preceduto di 12” il colombiano Egan Bernal (Ineos Grenadiers) che ha regolato in volata l’irlandese Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) ed il belga Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step). Ottime le prove degli italiani Giulio Ciccone (Trek Segafredo), quinto a 14”, e Damiano Caruso (Bahrain Victorious) sesto a 25”.

Rivoluzionata la classifica generale con Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation), naufragato ad un quarto d’ora, che perde la maglia rosa. Per la prima volta nella storia del Giro d’Italia sarà un ungherese ad indossare domani in corsa il simbolo del comando. Si tratta di Attila Valter (Groupama FDJ) che, arrivando oggi dodicesimo a 29” dal vincitore, ha conservato 11” di vantaggio su Evenepoel con Bernal terzo a 16”. Tra gli azzurri, sale al settimo posto il sempre più positivo Caruso con il pimpantissimo Ciccone ottavo a 41”.

La tappa ha vissuto nel segno di due squadre: Bahrain Victorious ed Ineos Grenadiers. La prima ha reagito alla perdita di Mikel Landa promuovendo un attacco ad otto in partenza che comprendeva, oltre a due suoi atleti, Gino Mader e lo sloveno Matej Mohorič, anche Simone Ravanelli (Androni Giocattoli-Sidermec), Jimmy Janssens (Alpecin-Fenix), Simon Guglielmi (Groupama – FDJ), Dario Cataldo (Movistar Team) Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e Geoffrey Bouchard (AG2R Citroen Team). I fuggitivi arrivavano in cima al GPM di Forca di Gualdo, a metà percorso, con 5 minuti di vantaggio sul plotone. A questo punto entrava in scena la Ineos Grenadiers, anche lei orfana d’un uomo a causa del ritiro di Pavel Sivakov, che schierava Filippo Ganna in testa.

Complice il vento, sull’altopiano di Castelluccio il verbanese frantumava il gruppo con la maglia rosa, Alessandro De Marchi, che perdeva irrimediabilmente contatto. Questa azione causava il dimezzamento del vantaggio degli attaccanti nello spazio di 20 km. Al secondo GPM di Forca di Presta, Mohorič rompeva gli indugi portandosi appresso il compagno di squadra Mader, Cataldo e Mollema; dietro la Ineos optava per una discesa prudente in cui tentava una vana sortita Ciccone in compagnia di Alberto Bettiol (EF Education Nippo) e del francese Romain Bardet (Team DSM). Superata Ascoli Piceno, dopo aver tirato ininterrottamente per 50km, lo sloveno si staccava ai meno 12 dall’arrivo, consegnando ai suoi tre ex compagni di fuga 2’25” con cui affrontare la salita finale.

La Ineos, intanto, continuava a scandire il suo passo mortifero provocando la rapida riduzione numerica del plotone dei migliori. A 10 km dall’arrivo Ganna terminava il suo lavoro, proprio nel momento in cui il gruppo raggiungeva Mohoric. I due grandi protagonisti di questa giornata uscivano insieme di scena proseguendo affiancati fino al traguardo. Jonathan Castroviejo e Gianni Moscon subentravano al campione del mondo a cronometro riducendo il distacco sui tre fuggitivi sotto il minuto. Conscio del sopraggiungere da dietro del gruppo, Mader, ai meno tre, rompeva gli indugi, salutando Cataldo e Mollema ed involandosi solitario. Dietro Daniel Martinez (Ineos Grenadiers), ultimo vagone del treno di Bernal, provocava la selezione decisiva. Sul traguardo un esausto Mader conservava il margine sufficiente per conquistare una vittoria da dividere con il compagno di squadra Mohoric, autentico mattatore di giornata.

Domani è in programma la settima tappa lungo i 181 km da Notaresco a Termoli. Sembrerebbe una frazione per velocisti se non fosse per uno strappo in lastricato di 200 metri ad un chilometro e mezzo dal traguardo che potrebbe rivelarsi fatale agli sprinter puri. Che non sia questa l’occasione giusta per Diego Ulissi (UAE Emirates) per concedere la rivincita a Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) dopo il loro avvincente testa a testa ad Agrigento alla seconda tappa del Giro 2020. Io lo spero.

Giro d’Italia 2021: tutto quello che c’è da sapere sull’edizione 104

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