Giro d’Italia 2021, quinta tappa: la rivincita dello sprinter dagli occhi a mandorla nel giorno delle cadute eccellenti
L’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal) ha vinto la quinta tappa del Giro d’Italia che viaggiava da Modena a Cattolica lungo 177 km completamente pianeggianti. Il piccolo sprinter tasmaniano ha preceduto, al termine di una rimonta impressionante, il campione d’Italia e d’Europa Giacomo Nizzolo (Qhubeka Assos) che, grazie a questo piazzamento, ha conquistato la maglia ciclamino di leader della classifica a punti. Terzo si è classificato Elia Viviani (Cofidis), che ha preceduto Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) e Fernando Gaviria (UAE Emirates). Tim Merlier (Alpecin – Fenix), trionfatore della volata di Novara, è giunto soltanto dodicesimo.
Questa la sentenza di una frazione che avrebbe dovuto essere solo di trasferimento. Invece, una serie di capitomboli ha portato all’estromissione di tre protagonisti dalla lotta per la vittoria finale. Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers) ruzzolava a terra quando mancavano 15 km all’arrivo accusando poi al traguardo un ritardo di oltre 13 minuti che stroncava ogni futura velleità di classifica. Dopo che una seconda caduta ai meno 7 penalizzava Filippo Fiorelli (Bardiani CSF Faizané), estromettendolo dalla volata, a 5 km dal traguardo accadeva l’impensabile. Joseph Dombrowski (UAE Emirates), il vincitore di ieri a Sestola, e Mikel Landa (Bahrain Victorious) travolgevano un addetto alle segnalazioni, intento ad indicare la presenza di uno spartitraffico, finendo contro lo stesso e rovinando a terra. Lo statunitense, in maglia azzurra da leader della classifica scalatori, si rialzava a fatica chiudendo con 8’15” di ritardo. La corsa rosa del basco, invece, terminava nell’ambulanza che lo portava in ospedale per accertare una sospetta frattura della clavicola.
In tutto questo bailamme Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation) ha conservato la maglia rosa. La caduta di Dombrovski ha proiettato il belga Louis Vervaeke (Alpecin Fenix) al secondo posto con un ritardo di 42” mentre in terza posizione è salito il portoghese Nelson Oliveira (Movistar Team), staccato di 48”. Dal punto di vista italiano, quanto accaduto oggi cambia radicalmente le prospettive di Damiano Caruso (Bahrain Victorious). Il siciliano, attualmente 11° a 1’43”, con Landa fuori corsa, ora potrà correre finalmente per se stesso alla ricerca di un piazzamento di prestigio.
Domani è in programma una tappa decisamente arcigna, quasi interamente in terra marchigiana. Saranno pochissimi, infatti, i tratti di pianura lungo i 160 km che porteranno la carovana dalle Grotte di Frasassi, nei pressi di Fabriano, ai 1.090 metri del Colle San Giacomo, sovrastante Ascoli Piceno. Subito dopo metà tappa, si affronterà al km 81 l’ascesa ai 1.496 metri della Forca di Gualdo, GPM di seconda categoria. Dopo un rapido passaggio in terra umbra, transitando per Castelluccio, patria delle lenticchie, sarà la volta dalla Forca di Presta, i cui 1.536 metri verranno incontrati esattamente al centesimo chilometro. Una lunga picchiata di 40 km porterà la corsa ad Ascoli da cui inizierà l’ascesa finale di 20 km, con una media vicina al 5%. Sarà la seconda volta che il Giro fisserà lo striscione d’arrivo a Colle San Giacomo. L’ormai lontano 25 maggio 2002 la 13ª tappa di quella edizione fu vinta in solitario da Julio Alberto Pérez Cuapio, scalatore messicano alla corte di Bruno Reverberi. È troppo sperare in un bis della frazione combattuta di martedì che si è conclusa a Sestola?