Giro d’Italia 2021, diciannovesima tappa: tanto rumore per poco
L’inglese Simon Yates (BikeExchange) ha vinto la diciannovesima tappa del 104° Giro d’Italia da Abbiategrasso all’Alpe di Mera in Valsesia. La frazione era stata ridotta di 10 km, da 176 a 166, a seguito della decisione, presa da RCS, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture, la Regione Piemonte e tutte le altre istituzioni interessate, di omettere dal percorso il GPM del Mottarone a seguito del tragico incidente di domenica scorsa. Al secondo posto si è classificato il portoghese Joao Almeida (Deceuninck-QuickStep) con un ritardo di 11” che ha preceduto la maglia rosa Egan Bernal (Ineos Grenadier) che ha limitato i danni perdendo solo 28”, soprattutto grazie all’eccezionale lavoro della sua squadra. Il colombiano ha leggermente ampliato il suo vantaggio su Damiano Caruso (Bahrain Victorious), sempre secondo a 2’29”. Simon Yates, terzo, si è avvicinato ed ora è staccato di 2’49”.
La corsa partiva a razzo, oltre i 60 all’ora nei primi 40 chilometri, fino a quando si materializzava la fuga di giornata composta da sei corridori: Andrea Pasqualon (Intermarché Wanty Gobert), Giovanni Aleotti (Bora-hansgrohe), Nicola Venchiarutti (Androni Giocattoli-Sidermec), Lawrance Warbasse (AG2R Citroen Team), Quinten Hermans (Intermarché Wanty Gobert), Mark Christian (Eolo Kometa). Il plotone, guidato da Deceuninck e BikeExchange non dava spazio all’attacco il cui vantaggio non raggiungeva mai i quattro minuti. L’assorbimento dei fuggitivi a 9 km dal traguardo, proprio nel momento in cui iniziava l’ascesa finale, segnava l’inizio delle ostilità tra i big della graduatoria.
La Deceuninck tirava il collo al gruppo riducendolo a 20 unità ai meno 6 quando partiva Almeyda, seguito quasi subito da Yates, Caruso, Alexander Vlasov (Astana-PremierTech) e George Bennett (Jumbo Visma). Yates scattava nuovamente guadagnando rapidamente terreno. Sotto lo striscione dei meno 4 all’arrivo il suo vantaggio sulla maglia rosa era di 30”. In tutto ciò, la Ineos non rispondeva, proseguendo con il suo passo la salita. Guidato da un superlativo Castroviejo, Bernal riprendeva gli altri attaccanti. Martinez subentrava allo spagnolo e riportava la maglia rosa a 20” dall’inglese prima di scansarsi a due chilometri dal traguardo. Bernal, a questo punto, forzava l’andatura. Gli resisteva solo Almeida mentre Caruso perdeva una ventina di metri. Ad ottocento metri dall’arrivo il portoghese lasciava sul posto la maglia rosa, tentando senza successo d’andare a prendere Yates. Bernal soffriva gli ultimi metri ma, alla fine, poteva ritenersi soddisfatto dell’esito della frazione.
Domani va in scena la ventesima tappa, l’ultima in linea di questa edizione della corsa rosa. Non mancheranno le difficoltà con 40 km di strada all’insù sui 164 previsti da Verbania fino all’Alpe Motta. Si sconfinerà in Svizzera dopo 106 km attraverso il Passo del San Bernardino, 2.065 metri d’altezza, per rientrare in Italia ai meno 30 dal traguardo attraverso il Passo dello Spluga, 2.115 sul livello del mare. Seguirà la discesa su Campodolcino da dove comincerà l’ascesa finale ai 1.727 metri dell’arrivo, un’arrampicata di 7.300 metri con un dislivello di 552 al 7,6%. Simon Yates sa che se vorrà ribaltare questo Giro d’Italia, infliggendo ad Egan Bernal tre minuti di distacco, non potrà aspettare l’ultima salita. Damiano Caruso, per parte sua, deve sperare in una giornata nera per entrambi i duellanti per diventare il gaudente terzo. Sarà emozionante, comunque vada.