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Giro d’Italia 2020: aspettando lo Stelvio, il nulla

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Forse il modo più corretto per descrivere la tappa odierna, sulla carta una delle più importanti di questo 103esimo Giro d’Italia, sarebbe stato quello di lasciare la pagina bianca a sintetizzare la pressoché totale assenza di eventi rilevanti. Per dovere di cronaca, va riportato che la 17esima frazione di questa edizione della corsa rosa, 203 chilometri da Bassano del Grappa a Madonna di Campiglio, è stata vinta dall’australiano Ben O’Connor (NTT Pro Cycling Team) che ha preceduto sul traguardo di 31” l’austriaco Hermann Pernsteiner (Bahrain – McLaren) e di 1’10” il mai domo fiammingo Thomas De Gendt (Lotto Soudal).

Il risultato odierno è figlio di una fuga di 18 ciclisti partita 20 chilometri dopo il via. Degna di nota la presenza tra gli attaccanti del portoghese Ruben Guerreiro (EF Pro Cycling) che vincendo i primi due GPM ha conquistato la maglia azzurra di leader della classifica degli scalatori strappandola a Giovanni Visconti (Vini Zabù KTM). Nell’indifferenza generale la fuga ha raggiunto un vantaggio massimo di 8’15 a 50 chilometri dall’arrivo, proiettando Pernsteiner, distante 9’53” dalla maglia rosa in partenza, sul podio virtuale. Sul traguardo, i migliori hanno poi accusato un ritardo di 5’11” da O’Connor che ha così pienamente vendicato la beffa subita da Jan Tratnik (Bahrain – McLaren) martedì sul traguardo di San Daniele del Friuli.

In questo mare di non eventi ha destato curiosità quanto successo a 10 chilometri dall’arrivo nel gruppo degli uomini di classifica. Jai Hindley (Team Sunweb), terzo in classifica a 2’58 da Joao Almeyda (Deceuninck Quick Step), è scattato, guadagnando una ventina di metri. Il lusitano non ha risposto all’allungo dell’australiano. In compenso, ci ha pensato Wilco Kelderman, secondo in graduatoria a 17”, compagno di Hindley in casa Sunweb, a chiudere il buco. Urge un chiarimento nel team tedesco sulla tattica di corsa. Il Wolfpack, intanto, ringrazia.

Domani, dunque, avremo la salita il cui giudizio non concede appello. Il Passo dello Stelvio, Cima Coppi di questo Giro, è dislocato al chilometro 169 dei 207 che verranno percorsi nella 18esima tappa da Pinzolo fino ai Laghi di Cancano. È il terzo di quattro GPM dopo Campo Carlomagno in partenza, dove difficilmente accadrà qualcosa, è l’inedito Passo Castrin, nella cui discesa, più che nella salita, mi aspetto un attacco di Vincenzo Nibali. Esclusi i primi due in classifica, separati da un distacco che potrebbe anche essere deciso dalla cronometro finale, tutti gli altri pretendenti alla vittoria, o al podio, dovranno muoversi, non certo aspettando la salita finale che porta al traguardo.

A rendere ancora più importante la frazione regina di domani è arrivata oggi pomeriggio l’ufficializzazione della modifica del percorso della 20esima tappa in programma sabato 24 ottobre. La Francia ha ritirato l’autorizzazione al passaggio del Giro d’Italia sul proprio territorio a causa della pandemia. Si andrà, quindi, da Alba a Sestriere viaggiando interamente in territorio piemontese. Dalla città dei tartufi ci si dirigerà dritti verso Pinerolo e da lì si salirà alla volta di Pragelato raggiungendo per la prima volta il Sestriere. Seguirà una discesa su Cesana Torinese con risalita verso il sito olimpico 2006 da ripetersi due volte. In buona sostanza, con la tripla ascesa al Sestriere si pareggerà l’altimetria prevista dal percorso originario. Alla fine, comunque, saranno le gambe dei corridori a decidere l’esito finale.

Speciale Giro d’Italia 2020: la cronaca di Simone Gambino su TPI 

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