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Giro di Lombardia, noiosamente sublime Tadej

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Credit: Giorgio Ialenti

Il campione del mondo Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha vinto per distacco il 118° Giro di Lombardia, disputato lungo i 255 chilometri che hanno portato i corridori da Bergamo a Como attraverso 4.700 metri di dislivello.

Lo sloveno, che ha così eguagliato le quattro vittorie consecutive di Fausto Coppi dal 1946 al 1949, ha preceduto di 3’16” il campione olimpico Remco Evenepoel (Soudal Quick Step) con l’abruzzese Giulio Ciccone (Lidl Trek) che ha conquistato una sorprendente terza moneta a 4’31”.

La vittoria odierna certifica oltre ogni dubbio la piena appartenenza del fuoriclasse di Komenda al gotha del ciclismo d’ogni epoca, allargando in modo definitivo la storicamente consolidata santa trinità della bicicletta, composta da Fausto Coppi, Eddy Merckx e Bernard Hinault. Da ora in avanti, quando si parlerà dei vertici assoluti del ciclismo ci si dovrà riferire ai quattro cavalieri dell’Apocalisse.

Questa stagione del figlio del Tricorno, probabilmente, è stata la più grande nella storia delle due ruote, superando il 1949 in cui Coppi realizzò l’allora impensabile doppietta Giro-Tour, in aggiunta ai trionfi nella Milano-Sanremo e nel Giro di Lombardia. Resta da valutare se il 1972 di Merckx, in cui il Cannibale conquistò, oltre alle maglie rosa e gialla, tre classiche monumento (Sanremo, Liegi-Bastogne-Liegi e Lombardia) sia comparabile con quanto fatto da Pogacar in questo probabilmente irripetibile 2024 in cui ha colto ben 25 successi.

Di certo c’è che il Campionissimo visse la sua stagione dorata a 29 anni mentre Merckx diede il meglio a 27. Tadej, per parte sua, ha compiuto 26 anni il 21 settembre scorso.

Venendo allo svolgimento della la gara odierna, la fase iniziale è stata caratterizzata da un’azione coraggiosa di 21 arditi: lo sloveno Matej Mohoric (Bahrain Victorious), gli olandesi Wilco Kelderman (Visma Lease a Bike), Ein Martijn Tusveld (Dsm Firmenich PostNL) eThymen Arensman (INEOS Grenadiers), i colombiani Dani Martinez (Red Bull Bora Hansgrohe), Brandon Smith Rivera (Ineos Grenadiers) e Einer Rubio (Team Movistar), l’irlandese Eddie Dunbar (Jayco AlUla), i francesi Rudy Molard e Remy Rochas (Groupama FDJ), Julien Bernard (Lidl-Trek), (Groupama-FDJ), Bastien Tronchon (Decathlon AG2R La Mondiale), il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), l’ecuadoriano Harold Martin Lopez (Astana Qazaqstan), i belgi Mauri Vansevenant (Soudal Quick Step), Xandro Meurisse (Alpecin-Deceuninck) e Tiesj Benoot (Visma Lease a Bike), l’austriaco Gregor Muhlberger (Team Movistar), lo statunitense Kevin Vermaerke (Dsm Firmenich PostNL) e gli italiani Damiano Caruso (Bahrain Victorious) e Matteo Fabbro (Polti Kometa).

Raggruppatisi nella discesa del Selvino, i fuggitivi hanno raggiunto un vantaggio massimo di 4’45” a 100 chilometri dal traguardo poco prima dall’imbocco della salita della Madonna del Ghisallo. A questo punto è entrata in scena la UAE che, utilizzando nell’ordine, lo svizzero Jan Christen, il polacco Rafal Majka, l’altro elvetico Marc Hirschi e, infine, il franco-russo di San Donà di Piave, Pavel Sivakov, ha colmato il gap in 50 chilometri, a metà dell’ascesa verso la Colma di Sormano.

Nel momento stesso del ricongiungimento, Tadej ha inserito la modalità Nobody does it better involandosi verso l’arrivo. Evenepoel è stato l’unico che ha tentato, invano di contrastare il dominio della maglia iridata, meritando per questo la piazza d’onore. Ciccone, per parte sua, ha saputo cogliere l’attimo giusto per riuscire a salire sul podio, secondo italiano quest’anno in una classica monumento dopo Luca Mozzato (Arkea B&B Hotels) al Giro delle Fiandre.

Ora al platinato palmares di Tadej Pogacar mancano solo tre corse per diventare il secondo ciclista nella storia, dopo Eddy Merckx, ad aver vinto tutto: Vuelta Espana, Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix. Ne consegue che sappiamo bene cosa aspettarci da lui nella prossima stagione.

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