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Giro delle Fiandre 2023: faccia d’angelo si toglie dalla scarpa il primo sassolino

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Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha vinto il 107° Giro delle Fiandre. Il numero uno del ciclismo mondiale si è imposto in 6h12’07”, alla media di 44,673 kmh, al termine d’una edizione spettacolare della Ronde van Vlaanderen, giungendo solitario sul traguardo di Oudenaarde. Al secondo posto, al termine d’un duello entusiasmante con il fuoriclasse di Komenda, si è classificato l’olandese Mathieu Van der Poel (Alpecin Deceuninck), staccato di 16″. La terza moneta è stata conquistata dal danese Mads Pedersen (Trek Segafredo) che ha regolato, nella volata degli inseguitori, giunti a 1’12”, il grande sconfitto di giornata, Wout Van Aert (Jumbo Visma). Per Pogacar si tratta della quarta vittoria in una classica monumento dopo i successi conquistati nel 2021 alla Liegi-Bastogne-Liegi ed al Giro di Lombardia, quest’ultimo, poi, bissato lo scorso anno. Ora, per completare la cinquina riuscita solo, in ordine cronologico, ai fiamminghi Rik Van Looy, Eddy Merckx e Roger De Vlaeminck gli mancano solo la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix.

Fin dal via, avvenuto a Brugge questa mattina alle 10.15, si è assistito ad una corsa frenetica in cui non riusciva a prendere corpo la consueta fuga di giornata. Questa, alla fine, si materializzava solo dopo 100 chilometri con otto corridori: il campione del Belgio Tim Merlier (Soudal Quick Step) con i connazionali Jasper De Buyst (Lotto Dstny) e Guillaume Van Keirsbulck (Bingoal WB), gli olandesi Elmar Reinders (Jayco AlUla) e Daan Hoole (Trek Segafredo), lo svizzero Filippo Colombo (Q36.5), il canadese Hugo Houle (Israel Premier Tech) e il tedesco Jonas Rutsch (EF Education Cycling). Gli attaccanti guadagnavano rapidamente terreno raggiungendo un vantaggio massimo di quasi sei minuti a meta percorso sull’ascesa al Kortekeer. Il rallentamento del gruppo era dovuto anche ad una caduta spettacolare occorsa al chilometro 130 a causa d’una manovra insensata del polacco Filip Maciejuk (Bahrain Victorious) che veniva immediatamente squalificato dalla giuria.

A questo punto rompeva gli indugi la DSM che si schierava in testa al plotone aumentando bruscamente l’andatura. Ai meno 110 partiva dal gruppo l’ex campione del mondo Mads Pedersen. Lo seguivano altri 10 corridori: l’italiano Matteo Trentin (UAE Team Emirates), il danese Kasper Asgreen (Soudal Quick Step), gli statunitensi Neilson Powless (EF Education Cycling) e Matteo Jorgenson (Movistar Team), lo svizzero Stefan Kung (Groupama FDJ), l’inglese Fred Wright (Bahrain Victorious), l’ecuadoriano Jhonathan Narvaez (Ineos Grendadiers), il francese Benoit Cosnefroy (AG2R Citroen) e i fiamminghi Nathan Van Hooydonck (Jumbo Visma) e Florian Vermeersch (Lotto Dstny). Nel giro di pochi chilometri i contrattaccanti si portavano a un solo minuto dai fuggitivi. L’inseguimento veniva completato ai piedi del Kanarieberg a 75 chilometri dal traguardo. Nel frattempo un’ulteriore caduta nel plotone costringeva al ritiro lo sloveno Matej Mohoric (Bahrain Victorious) e l’eritreo Biniam Girmay (Intermarché Circus Wanty).

I 19 al comando arrivavano ai piedi dell’Oude Kwaremont con tre minuti di vantaggio sul gruppo. Rompeva, a questo punto, gli indugi Pogacar seguito da Van der Poel e da Van Aert. I tre tenori riducevano rapidamente il gap sui battistrada. Ai piedi del Kruisberg, 30 al traguardo, Pedersen, intuendo il pericolo derivante dall’imminente rientro del triumvirato, rompeva gli indugi tentando l’azione solitaria. Sulla salita Van Aert cedeva: restavano, quindi, all’inseguimento dell’iridato di Harrogate 2019, solo lo sloveno e l’olandese. La corsa si decideva sull’ultimo passaggio sull’Oude Kwaremont, a 16 chilometri dalla conclusione. Tadej si toglieva di ruota Van der Poel per poi raggiungere e superare in un sol colpo il malcapitato danese. La successiva ascesa al Paterberg registrava il consolidamento del vantaggio con solo il nipote di Raymond Poulidor rimasto in caccia mentre Pedersen veniva ripreso da ciò che restava degli inseguitori. I 13.000 metri finali suggellavano il trionfo di Pogacar che, portato il vantaggio a distanza di sicurezza, si rialzava a trecento metri dallo striscione per godersi il meritato trionfo.

Il Giro delle Fiandre, l’anno scorso, era stato uno dei due passi falsi di Pogacar quando, all’esordio nella corsa dei muri, era giunto soltanto quarto dopo aver temporeggiato eccessivamente nell’ultimo chilometro prima della volata a due con Van der Poel, consentendo così il rientro degli inseguitori. Il secondo intoppo, come ben sappiamo, è avvenuto al Tour de France. Se è vero che la vendetta è un piatto che si serve freddo, alla luce del risultato odierno, fossi Jonas Vingegard (Jumbo Visma) sarei decisamente preoccupato.

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