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Una decisione di buonsenso per salvare il Giro d’Italia 2020. Speriamo sia d’esempio per gli altri

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Una decisione di buonsenso per salvare il Giro d’Italia 2020. Speriamo sia d’esempio per gli altri

Era nell’aria da qualche giorno e, fortunatamente, oggi la notizia è arrivata tempestiva. La decisione presa da RCS, in sintonia con il governo ungherese, di tagliare le tappe magiare fornisce alla prossima corsa rosa la linfa vitale necessaria per sperare nel suo effettivo svolgimento. Laddove una partenza estera, con tanto di trasferimento in massa in Sicilia dopo tre giorni, era ormai improponibile nell’attuale contesto, una edizione tutta su suolo italiano, magari posticipata di un paio di settimane, appare possibile se non addirittura probabile. Giova ricordare a tal riguardo che anche la penultima, e sulla carta decisiva, frazione del prossimo Giro, da Alba a Sestriere, si svolgerà per buona parte in Francia.

Tuttavia, l’eventuale mutamento di percorso, da ridisegnarsi tutto in Piemonte, è cosa ben più semplice rispetto alla questione ungherese. RCS ha fatto quello che tutti gli organizzatori sportivi di buonsenso dovrebbero fare: è passata al piano B. Martedì prossimo l’UEFA dovrebbe fare lo stesso, deliberando il rinvio di 12 mesi dei Campionati Europei attualmente in programma nel prossimo mese di giugno. Questa auspicata decisione dovrebbe fornire al mondo del calcio il respiro necessario per utilizzare il mese di giugno per terminare i propri campionati nazionali in aggiunta ai due tornei continentali rimasti in mezzo ad un guado. Tour de France ed Olimpiadi diventano a questo punto i due grandi punti interrogativi da risolvere.

 

Giro d’Italia 2020 posticipato

La Grande Boucle dovrebbe svolgersi dal 27 giugno al 19 luglio mentre l’apertura dei Giochi è prevista sei giorni dopo, venerdì 25 luglio, con la prova in linea di ciclismo maschile appuntamento topico del giorno d’apertura. Va detto che già nel 1976, anno olimpico anch’esso, il Giro d’Italia, l’ultimo dei tre vinti da Felice Gimondi, si chiuse il 12 giugno con il Tour de France che partì due settimane dopo concludendosi domenica 18 luglio, giorno successivo all’inaugurazione dei Giochi di Montreal. Il posticipo del Giro di due settimane, con partenza sabato 23 maggio ed arrivo domenica 14 giugno, è plausibilissimo. Bene ha fatto Urbano Cairo a prendere tempo giocando d’anticipo sugli altri organizzatori di grandi eventi.

 

Giro d’Italia 2020: le ipotesi sul recupero delle tappe ungheresi

A livello di fantaciclismo, si possono ipotizzare due ipotesi sul recupero delle tappe ungheresi. Una grande partenza siciliana, già prevista per il 2021, anticipata di un anno, magari con l’inclusione di una/due tappe in più nell’isola, a compensazione della mancata disputa del Giro di Sicilia. Quanto non aggiunto in Sicilia potrebbe poi essere inserito a cavallo del primo giorno di riposo, al termine della prima settimana, magari includendo l’Umbria e dando più spazio alle Marche, regioni penalizzate dalla cancellazione della Tirreno – Adriatico.  In alternativa, sfruttando quanto previsto per l’abortita corsa dei due mari,  si potrebbe ipotizzare una partenza dalla Toscana con le tre tappe iniziali della Tirreno in sostituzione di quelle ungheresi. Da Sacrofano la carovana dovrebbe poi affrontare un breve trasferimento a Civitavecchia per poi proseguire in nave alla volta di Palermo e continuare secondo il percorso originale.

Leggi anche:

1. Coronavirus, il Giro d’Italia non partirà dall’Ungheria il 9 maggio / 2. Coronavirus, Giro d’Italia e Euro 2020: gli eventi sportivi a rischio stop (e quelli già cancellati)

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