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Da venditore di macchine a stratega di Milano-Cortina: l’incredibile ascesa di Giovanni Malagò

Immagine di copertina
Credit: Photo by Philippe LOPEZ / AFP)

Giovanni Malagò chi è | Carriera | Moglie | Coni | Olimpiadi | Instagram

Milano-Cortina si è appena presa le Olimpiadi invernali 2026 e Giovanni Malagò, il numero uno del Coni è irriconoscibile rispetto a qualche mese fa: splende di luce propria, è ottimista e pieno di buoni propositi.

Ha infatti annunciato che si candiderà alle elezioni in programma tra quattro anni.

Una scelta maturata dopo aver minacciato le dimissioni qualche mese fa. Erano i tempi delle polemiche con Giancarlo Giorgetti: al centro la nuova Sport e Salute voluta dal sottosegretario allo Sport e la conseguente riduzione del budget a disposizione del Coni. Oggi è tutta un’altra storia. “Se avessimo perso mi sarei fatto da parte – ha detto il presidente del Coni -. Posso confermare che mi ricandido. Dopo un lavoro formidabile e una vittoria che dedico al Comitato olimpico italiano”.

Ma chi è davvero Giovanni Malagò?

Negli ambienti capitolini è soprannominato il “Grande Gatsby di Roma Nord”, per le indimenticabili feste offerte nel suo palazzetto ai Parioli. Ma qualcun altro lo ha soprannominato “Megalò” per le scorribande govanili.

Una maglia stretta di relazioni che nel 2018 gli è costata un’iscrizione sul registro degli indagati (ma la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione), dopo che gli investigatori lo avevano intercettato mentre provava a cercare un posto di lavoro per il fidanzato della figlia presso un immobiliarista sotto inchiesta.

Giovanni Malagò chi è | Lo spettacolare video della candidatura di Milano Cortina alle Olimpiadi invernali 2026

Ma facciamo un passo indietro e andiamo con ordine.

Certamente Malagò è uomo ricco di famiglia. Il suo primo mestiere, come si legge su Panorama, è commerciante di auto di lusso: ex agente della Bmw, lo è ancora della Ferrari e della Maserati. Possiede il 15 per cento della Samocar (quasi 2 milioni di utile d’esercizio nel 2017), di cui è consigliere, e il 95 per cento della finanziaria Samofin (1,2 milioni di guadagni, sempre nel 2017), di cui è presidente e amministratore.

La Samofin controlla il 50 per cento della Gl investimenti, posseduta a metà con Lupo Rattazzi della dinastia Agnelli, famiglia con la quale intratterà un indissolubile rapporto di amicizia.

Con casa Agnelli, del resto, Malagò ha avuto rapporti fin da ragazzino. Grande la sua amicizia con Lupo Rattazzi, di antica data quella con Luca di Montezemolo. È stato Malagò a presentargli l’attuale moglie, Ludovica Andreoni.

La Samofin, nel giugno scorso, risultava aver generato 3,85 milioni di profitto. La Samocar Spa è una delle concessionarie più importanti d’Italia: negli anni d’oro lo showroom romano riusciva a vendere fino a 8mila vetture all’anno, 22 al giorno di media.

Nel passato di Malagò, ci sono altri fatti oltre a quelli collegati alla Samocar. Negli anni Ottanta con una delle sue auto sportive, mentre viaggiava, avrebbe investito due ragazzi che stavano spingendo la loro 500. Un incidente mortale, ovviamente colposo e di cui non resta traccia sulla sua fedina penale, ma che a Roma fa ancora parlare, seppure la vicenda sia vecchia di almeno trent’anni.

Malagò è arrivato ai vertici del Coni con la spinta del governo di Enrico Letta, ma ha trovato un’affidabile spalla anche nel gabinetto di Matteo Renzi.

Dal 1997 è presidente del Circolo Canottieri Aniene, uno dei più prestigiosi della Capitale, che sotto la sua direzione è diventato anche la casa di atleti di vertice: la sua campagna acquisti ha portato sulle rive del fiume capitolino campionesse come Federica Pellegrini, Josefa Idem e Alessandra Sensini.

Da dirigente sportivo ha presieduto il comitato organizzatore degli Internazionali di tennis (98-99) e la Virtus Roma di basket (2000-2001): nel 2002 ha ricevuto la Stella d’oro al merito sportivo, è stato presidente dei mondiali di nuoto Roma 2009 e consigliere e membro del comitato d’onore per la candidatura, fallita, di Roma per i Giochi del 2020. Presiede anche l’Acquaniene, un centro sportivo polifunzionale.

E con sapiente abilità, dai salotti romani più ‘in’ ha cominciato a legare il suo nome anche alla cultura (è tra l’altro nel Cda dell’Auditorium parco della musica) e al sociale (socio onorario del’Ail, l’associazione contro le leucemie e socio promotore e consigliere dell’associazione Amici dell’ospedale Bambino Gesù).

Il 2017 può essere identificato come l’anno dell’apoteosi per Malagò. Fra pochi mesi cadranno i vent’anni della presidenza dell’Aniene, anche se lui ha annunciato che non si ricandiderà dopo lo choc del canottiere dell’Aniene Niccolò Mornati, positivo al doping prima di Rio. In maggio ci saranno le elezioni per la presidenza del Coni, poltrona conquistata dall’outsider Malagò nel febbraio 2013 e saldamente nella sua disponibilità anche per il quadriennio che si concluderà dopo i Giochi di Tokyo 2020. Ma il passaggio chiave è il 3 febbraio, appuntamento decisivo per la candidatura di Roma 2024 con la presentazione della fase tre del progetto al Comitato olimpico internazionale (Cio).

La fase 2 è stata presentata il 7 ottobre. L’11 ottobre Malagò ha annunciato l’interruzione della candidatura di Roma.

Oggi Malagò festeggia la vittoria con Milano-Cortina e si prende la sua rivincita sulla Raggi.

“Siamo partiti due anni e mezzo fa con pochissime chance. Avevamo solo belle speranze, neanche una coppia se pensiamo a una partita a carte. Mi è venuta l’idea di proporre Milano e di provare a partire con la candidatura”. Una “all in” considerando il ritiro italiano per le Olimpiadi estive 2024 dopo il “no” della sindaca di Roma, Virginia Raggi.

Baciamano Malagò-Raggi

E prosegue, “mi dicevano che ero matto, ma ho voluto provare. Poi, dopo che Torino si è tirata fuori, abbiamo pensato alla coppia Milano-Cortina. E alla fine questa unione ha fatto la forza, contribuendo a far diventare realtà quella che era una semplice scommessa”.

“Virginia Raggi non mi ha dato fiducia. Le ferite sono cicatrizzate ma si vedono ancora, perché Roma è la mia città”, ha concluso Malagò.

Oggi Malagò ha 61 anni e uno stile di vita più morigerato rispetto a quando passava da un salotto all’altro e correva in auto.

Il 25 settembre 2018, finisce con una richiesta di archiviazione della Procura al gip il procedimento per corruzione a carico di Malagò, coinvolto in un capitolo dell’indagine sul nuovo stadio della Roma nella zona di Tor di Valle culminata il 13 giugno scorso con l’arresto dell’imprenditore dell’Eurnova Luca Parnasi.

Stando all’informativa dei carabinieri, l’11 marzo del 2018 Malagò avrebbe “presentato il compagno della figlia a Parnasi con il preciso scopo di creare una possibile intesa professionale”. Interrogato il 19 luglio scorso in Procura, Malagò ha chiarito ogni circostanza.

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