Morto Gigi Riva, icona del calcio italiano: Rombo di tuono aveva 79 anni
Morto Gigi Riva, icona del calcio italiano: aveva 79 anni
È morto Gigi Riva. La leggenda del calcio italiano aveva 79 anni. Nessuno ha segnato come lui con la maglia della nazionale italiana (35 reti in 42 partite). Leggendario lo scudetto vinto con la maglia del Cagliari nel 1970. Era soprannominato Rombo di Tuono. L’ex attaccante della Nazionale era ricoverato da ieri, domenica 21 gennaio, all’ospedale di Cagliari dopo esser stato colpito da malore mentre si trovava in casa. Aveva avuto un infarto. Solo poche ore fa, attorno alle 19, era stato emesso un bollettino che parlava di un “paziente sereno” e di “condizioni stabili”. Purtroppo però poco dopo Riva è stato colpito da un nuovo malore e poi è arrivata invece la terribile notizia della sua morte. Era presidente onorario della squadra sarda.
La carriera
Gigi Riva è stato in assoluto il miglior attaccante italiano di sempre. Classe 1944, ha legato tutta la sua attività a livello di club al Cagliari. Con i rossoblù vinse lo storico Scudetto del 1970. Riva è ancora oggi il miglior marcatore nella storia del Cagliari con 164 reti. Nato a Leggiuno in provincia di Varese, la Sardegna divenne la sua casa. Col Cagliari ha disputato l’intera sua carriera, respingendo più volte le offerte dei grandi club del Nord, Juventus e Inter su tutti.
Numeri incredibili e ancora imbattuti, come quelli con la maglia azzurra, nonostante alcuni serissimi infortuni che ne hanno condizionato la carriera. Con l’Italia ha vinto gli Europei del 1968 e ha disputato la finale dei Mondiali del 1970, segnò anche in Italia-Germania 4-3, considerata la partita del secolo. E’ stato inserito al 74esimo posto nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo stilata dalla rivista World Soccer. Nel 2011 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano tra i “veterani”.
Arriva nel Cagliari nel 1963. I rossoblù militavano in Serie B e nella stagione successiva grazie anche ai gol del giovane centravanti conquistarono la promozione in Serie A. Si laureò capocannoniere del campionato 1966-67 in cui – nonostante un grave infortunio patito in Nazionale – mise a segno 18 gol. Trionfò nella classifica dei marcatori anche per le stagioni 1968-69 e 1969-70, vincendo addirittura lo Scudetto (l’unico della storia sarda) nel campionato precedente al Mundial messicano: il 12 aprile 1970, nella partita contro il Bari che assegnò il tricolore, realizzò il primo dei due gol. La vittoria del titolo rappresentò il punto più alto della carriera di Riva, nel frattempo divenuto un simbolo del Cagliari non solamente dal punto di vista sportivo ma anche sociale e mediatico.
Giocò con il Cagliari fino al termine del campionato 1975-76, chiudendo la carriera a soli 32 anni. Pur richiesto a più riprese dai principali ‘squadroni’ del Nord (fra tutti la Juventus che per portarlo a Torino, arrivò a offrire alla società sarda fino a 1 miliardo di lire), Riva dichiarò ripetutamente di non volere abbandonare la Sardegna e, con l’aiuto della società, riuscì sempre a respingere le sirene del Nord. Una scelta di cuore, che probabilmente gli precluse la possibilità di vincere altri trofei a livello nazionale e internazionale.
Nel 1969 Riva arrivò infatti secondo nella classifica del Pallone d’oro, alle spalle di Gianni Rivera per 4 punti e nel 1970 fu terzo dietro Gerd Müller e Bobby Moore. Riva ha legato alcune delle pagine più belle della sua carriera alla Nazionale, con cui ha esordito nel 1965 a 20 anni. Nel 1966 l’allora ct Edmondo Fabbri lo aggregò alla spedizione azzurra per il fallimentare campionato del mondo in Inghilterra, senza inserirlo però tra i 22 convocati. Due anni dopo si laureò campione d’Europa con l’Italia, giocando solo la finale di ripetizione contro la Jugoslavia (la prima partita era finita 1-1 dopo i tempi supplementari), segnando il gol del momentaneo 1-0 nel primo tempo.
Nel ’70 ai Mondiali in Messico anche grazie a una sua doppietta nei quarti contro i padroni di casa, l’Italia conquistò la semifinale. Nella leggendaria partita contro la Germania, vinta dagli Azzurri per 4-3 dopo i supplementari, Riva segnò uno dei gol che fecero entrare nella storia quella partita. Nella finale persa contro il Brasile di Pelè, Riva entrò nell’azione del gol di Boninsegna per il momentaneo 1-1. Ai Mondiali del ’74 in Germania giocò la sua ultima partita in azzurro, contro l’Argentina. Soprannominato Rombo di Tuono dal giornalista Gianni Brera per la potenza del tiro e la prolificità sotto rete, mancino naturale, abile in acrobazia, Riva è stato uno dei più grandi attaccanti della propria generazione e non solo.
Abbandonato il calcio giocato, Riva ha continuato a vivere a Cagliari aprendo una scuola calcio che porta l suo nome. A metà degli anni ’80 è stato per un breve periodo presidente del Cagliari, poi dal 1990 è stato dirigente accompagnatore e infine team manager della Nazionale fino al 2013. C’era anche lui nella storica notte di Berlino nel 2006 quando l’Italia è diventata campione del Mondo per la quarta volta. Dal 2019, infine, è diventato presidente onorario del Cagliari.
Le reazioni
“Perdo un grandissimo amico, abbiamo fatto una lungo percorso di vita insieme. Dal militare a tanti ricordi in nazionale. Una tristezza infinita, sono profondamente addolorato, non riesco a parlare”, ha detto a caldo Dino Zoff. “Da giocatore è stato il più grande attaccante italiano della storia e uno dei migliori al mondo. Io ero un suo grande tifoso, poi ho lavorato con lui in nazionale, io ct e lui capo-delegazione e ho conosciuto un uomo ancora più grande del calciatore, una persona straordinaria. Se n’è andato via troppo presto, è un grandissimo dispiacere. Ha dato la vita per il calcio, dobbiamo essere tutti grati”, ha ricordato l’ex ct Arrigo Sacchi.
“E’ una giornata davvero triste, perdiamo uno dei simboli del calcio italiano, un giocatore fantastico e soprattutto un uomo vero, di una rettitudine unica, con la Sardegna nel cuore. E’ stata una fortuna averlo conosciuto”, ha commentato Fabio Capello, compagno di Riva in nazionale. “Era un amicone, non voleva mai stare da solo. Era una forza della natura, un grande”. Così Roberto Boninsegna. “Ho passato tanti anni con lui e quando sono arrivato a Cagliari all’inizio della mia carriera ho dormito due anni con lui. Non avevo l’auto, ero sempre con lui e siamo diventati amici sia in campo che fuori. Poi io sono tornato all’Inter e ci siamo ritrovati in Messico per quella bellissima esperienza”.
“Il calcio italiano è in lutto perché ci ha lasciati un vero e proprio monumento nazionale”. Lo afferma il presidente della Figc, Gabriele Gravina. Un minuto di silenzio sui campi di calcio verrà osservato in ricordo di Gigi Riva, scomparso oggi. “Tra i più forti attaccanti di tutti i tempi, con 35 gol è il miglior marcatore della storia della Nazionale – ricorda la Figc – In sua memoria verrà osservato un minuto di raccoglimento prima delle gare in programma da domani a tutto il week end”.