Djokovic urla allo scandalo in Coppa Davis: “Un uomo mi segue ovunque per ore”
Novak Djokovic durante la sua strepitosa carriera ne ha viste tante, ma quello che gli è capitato prima del match di Coppa Davis con Norrie a Malaga non l’aveva mai vissuto e lo ha mandato su tutte le furie. Tutta colpa di uno scarso preavviso per un problema legato a un controllo antidoping a sorpresa che ha fatto parlare Djokovic di gestione scandalosa da parte della WADA. Ma vediamo cosa è successo.
Il campione serbo ieri è sceso in campo per difendere il suo Paese: doppio 6-4 e Serbia in semifinale. Pratica sbrigata rapidamente da Djokovic che sul campo però ha mostrato anche di essere piuttosto nervoso. Ne ha dette anche agli spettatori inglesi, che lo stavano beccando dopo la partita. Poi in conferenza stampa ha fatto capire il motivo del suo nervosismo.
A Djokovic è stato comunicato che avrebbe dovuto effettuare un test antidoping a sorpresa. I rappresentanti della WADA (l’Agenzia antidoping mondiale) si sono presentati con la richiesta di un test. Quello scarso preavviso ha dato fastidio al tennista serbo, che poi ha parlato di tutta la vicenda. “Non ho ancora fatto un controllo antidoping completo, mi devono ancora prelevare il sangue. C’è un uomo che ora è seduto in un angolo che mi segue per ore”, ha raccontato il tennista. “Ho avuto una discussione con lui perché in venti anni di carriera non mi era successa prima. Ho ricevuto una notifica un’ora e mezza prima della partita. Ho la mia routine e non ho bisogno di distrarmi. Non posso pensare al prelievo di sangue né pensare se potrò donare un campione di urina. La loro è una decisione del tutto illogica”.
Djokovic ha poi sottolineato quella che è, a suo dire, l’illogicità della situazione: “Mi hanno detto che tra i motivi per questo controllo adesso c’era l’idea darci più tempo per riposarci, ma c’è una giornata di pausa. Inoltre gli agenti dell’agenzia antidoping non restano fino a tarda ora”. Il campione serbo ha poi precisato che non ha problemi a effettuare test antidoping, ma che non è gli andato giù il test nell’immediato pre-partita: “Sono favorevole a testare me stesso o chiunque altro: se è necessario cento volte, non è un problema, ma non prima della partita. Quando avrò finito, vieni, prova, non ho visto alcuna ragione o logica, ma è quello che è. Ora darò il sangue, ma spero che cambino tali decisioni. È una vergogna quello che hanno fatto”.
Infine l’affondo sulla WADA: “È anche interessante che WADA sia una società privata, bisognerebbe discutere se dovremmo avere una nostra agenzia all’interno dell’ecosistema del tennis e non assumere qualcuno dall’esterno. Probabilmente sarà frainteso, ma questo è scandaloso, ci sono dei limiti e della comprensione, e si comportano come se non capissero nulla di quello che sta succedendo qui, che è sport”.